3 novembre 2021. Aggiornamento del PAI per i comuni di Palaia e Capannoli (PI)

In applicazione dell’art.15 della disciplina di Piano, adottato come misura di salvaguardia con delibera della Conferenza Istituzionale Permanente n.20 del 20 dicembre 2019, con decreti del segretario generale n. 96 e n. 98 del 3 novembre 2021 è stata approvata la modifica delle mappe di pericolosità del Progetto di Piano PAI “dissesti geomorfologici” e la contestaule modifica della perimetrazione della pericolosità da frana del PAI del bacino del fiume Arno per il comune di Capannoli (PI) e Palaia (FI).

Le banche dati della pericolosità e della geomorfologia sono quindi aggiornate sia per il PAI vigente che per il Progetto di Piano e, in assenza di eventuali osservazioni al Progetto di Piano o segnalazioni ex art.15 comma 7 della disciplina del Progetto di Piano, i comuni di Capannoli e Palaia hanno completato il procedimento di adeguamento alla pianificazione di bacino per quanto riguarda la pericolosità da frana e da dissesti geomorfologici in genere.

Si ricorda che in base alla normativa vigente nelle aree del PAI, con particolare riferimento alle aree P3a/PF3 e P4/PF4, si applica la normativa del PAI bacino Arno che prevede specifiche condizioni d’uso.

La normativa PAI, in armonia con l’attività di costante aggiornamento del quadro conoscitivo del Piano di bacino, consente di formulare osservazioni e proporre modifiche ed aggiornamenti alle mappe del PAI. Le proposte si concretizzano su iniziativa d’ufficio o su istanza degli enti competenti in materia di governo del territorio (Regioni, Città Metropolitane, Province e Comuni, Unione dei Comuni) e possono essere attivate su istanza degli utenti. Per ogni chiarimento o comunicazione si rimanda all’elenco dei contatti.

Un patto per l’Arno: ecco il Contratto di fiume del grande corso d’acqua toscano. Ha preso ufficialmente il via il progetto di sviluppo sostenibile

Al via il Contratto di Fiume dell’Arno. In occasione della Giornata Mondiale dell’#Acqua, l’Autorità di Bacino dell’Appennino Settentrionale ha organizzato un webinar per dare ufficialmente il via a “Un patto per l’Arno”, il Contratto di Fiume che abbraccia l’intera asta fluviale del grande corso d’acqua toscano. Un ‘contratto dei contratti’ per raccogliere e valorizzare le iniziative green che ruotano attorno all’Arno.
Al Contratto hanno aderito, oltre all’Autorità di Bacino, i tre Consorzi di Bonifica che operano lungo l’asta dell’Arno, Consorzio di Bonifica Alto Valdarno, Consorzio Bonifica 3 Medio Valdarno e Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno, Anci Toscana e 49 Comuni (tutti i rivieraschi più alcuni limitrofi al fiume). L’obiettivo dei firmatari è quello di sviluppare una visione comune per la gestione dei rischi e la valorizzazione dei territori in ottica di uno sviluppo durevole e sostenibile.

L’incontro si è aperto con l’intervento di Massimo Lucchesi, segretario generale dell’Autorità di Bacino dell’Appennino Settentrionale che ha presentato il progetto. Con lui, Serena Stefani presidente del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, Marco Bottino presidente del Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno e di Anbi Toscana e Maurizio Ventavoli presidente del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno.
A fare il punto sul ruolo dei Comuni nel Patto per l’Arno, sono stati i sindaci Alessandro Ghinelli (Arezzo), Michele Conti (Pisa), l’assessore del Comune di Firenze Cecilia Del Re e Matteo Biffoni, presidente di Anci Toscana. Dopo l’intervento del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, le conclusioni sono state affidate a Massimo Lucchesi e Marco Bottino.

«Il Patto per l’Arno pone le basi per il Contratto fiume che ci consente di dare una visione unitaria al grande fiume che corre in Toscana per 241 km su cui, Comune per Comune, possono essere molte le cose da fare – ha commentato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani -. Confermo la totale disponibilità della Regione a lavorare al contratto e ai diversi progetti come i percorsi navigabili, la costante cura delle sponde, gli interventi sulle pescaie che possono generare energia elettrica, e la realizzazione di luoghi dove vivere il fiume anche in connessione con la percorribilità ciclabile».

«Un ‘contratto dei contratti’ per raccogliere e valorizzare le iniziative green che ruotano attorno all’Arno. Con il Patto per l’Arno, unico nel suo genere in Italia, gettiamo le basi per una nuova modalità di attuazione degli obiettivi dei Piani di gestione – ha detto il segretario generale dell’Autorità di Bacino dell’Appennino Settentrionale @Massimo Lucchesi – che vede nella messa in sicurezza e tutela delle acque, gli strumenti per valorizzare e tornare a vivere il fiume. Nella data simbolica del 22 marzo, apriamo il Patto a enti, associazioni e cittadini che vorranno mettersi in gioco e aderire al progetto “Per un Arno pulito, sicuro, da vivere e da promuovere”».

«Il Patto per l’Arno vuole mettere in sinergia e valorizzare tutte le iniziative di tutela ambientale che ruotano attorno al fiume – ha spiegato il presidente del Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno e di Anbi Toscana Marco Bottino -. Il Consorzio Medio Valdarno vi partecipa insieme all’Alto e al Basso Valdarno e si occupa anche del tratto che scorre nel cuore di Firenze, che gradualmente stiamo restituendo ai cittadini. Ora i Consorzi proseguiranno nella raccolta di proposte e iniziative da inserire all’interno di un percorso di riqualificazione del fiume toscano, perché diventi sempre più sicuro e fruibile».

«È strategico decidere in modo coordinato e condiviso le politiche, gli investimenti, gli interventi per la sicurezza e la fruibilità dell’Arno – ha detto @Serena Stefani presidente del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, dove il fiume nasce come piccolo e tumultuoso torrente montano -. Il Patto per l’Arno introduce un modello di gestione del corso d’acqua basato su logiche unitarie di bacino idrografico, nel rispetto delle specificità territoriali che caratterizzano i vari tratti e che devono essere valorizzate».
«Il nostro comprensorio abbraccia l’ultima parte del corso d’acqua, prima del tuffo in mare – ha spiegato il presidente del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno Maurizio Ventavoli –. L’area verrà suddivisa in almeno due o tre Contratti di fiume, oltre a quello dello storico Fosso del Mulino in fase di attuazione. L’intento è sviluppare obiettivi condivisi come la sostenibilità ecologica, la riqualificazione di briglie e salti per l’energia elettrica, ma anche la navigazione dell’Arno, risalendo la corrente del mare fino a Pontedera».

«Come bene ambientale l’Arno va tutelato e valorizzato – ha detto il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli -. Con la cura del suo alveo, la repressione di comportamenti incivili come l’abbandono dei rifiuti, la valorizzazione delle sponde con aree attrezzate dove le famiglie possano riprendere a vivere dopo la pandemia, la realizzazione di percorsi ciclabili. Impegni importanti che devono caratterizzare le città toscane nel futuro. Futuro rispetto al quale noi oggi poniamo le fondamenta. Se dopo avere edificato queste ultime, riusciamo sempre assieme a costruire l’edificio, sono certo che vinceremo la sfida».

«L’Arno sicuro e da vivere è un progetto che vede nella sicurezza e vivibilità del fiume uno strumento di ripartenza e lavoro per la città – ha detto l’assessore del Comune di Firenze, Cecilia Del Re -, mettendo insieme aspetti ambientali e di sicurezza territoriale, di mobilità sostenibile e nuova vitalità culturale. In questo quadro s’inserisce il Patto per l’Arno, con l’obiettivo di realizzare misure coordinate di prevenzione del rischio idraulico e tutela delle risorse, mettendo a sistema le conoscenze su criticità e potenzialità del territorio».

«Il Comune di Pisa – ha dichiarato il sindaco Michele Conti – ha aderito con convinzione al Patto per l’Arno che offre opportunità a tutti i Comuni coinvolti in senso ambientale, culturale, economico, turistico. Grandi potenzialità da valorizzare al meglio, attraverso un sistema integrato che poggi su una base imprescindibile: prevenzione del rischio idraulico, sicurezza, difesa e valorizzazione ambientale. Il Comune di Pisa mette a disposizione il proprio contributo, a partire dal progetto di navigabilità dell’Arno, che ha ottenuto i finanziamenti del bando “Italia City Branding 2020” della Presidenza del Consiglio dei Ministri e che è adesso in fase di progettazione».

«Si tratta di un Patto veramente importante per la Toscana e i per tanti suoi Comuni, molti dei quali hanno già partecipato al bando sui Contratti di Fiume – ha detto il presidente di Anci Toscana, Matteo Biffoni -. L’Arno fa parte della nostra identità e della nostra storia: l’impegno è rispettare e promuovere il territorio e le sue origini per salvaguardarlo dal punto di vista ambientale, naturale ed economico, anche in chiave di ecosostenibilità e di turismo, coinvolgendo le comunità, in uno spirito di piena collaborazione tra enti ed istituzioni».

La segreteria organizzativa del webinar durante il quale è stato presentato l’evento è stata curata da: @Marco Cantini (che ha curato anche la regia), Marco Alossa, Elena Bartoli, Roberta Della Casa, Lisa Ciardi, Sara Di Maio, Marina Lauri, Endro Martini, Sandro Matteini, Ilaria Nieri, Roberta Rosati, Paola Saviotti, Caterina Turchi, Iris Vaiarini.

L’elenco dei 49 Comuni aderenti al Patto per l’Arno
Comprensorio CB2: Arezzo, Bibbiena, Capolona, Castel Focognano, Castel San Niccolò, Chiusi della Verna, Civitella in Val di Chiana, Figline e Incisa, Laterina Pergine Valdarno, Montevarchi, Ortignano Raggiolo, Pelago, Poppi, Pratovecchio Stia, Reggello, Rignano sull’Arno, San Giovanni Valdarno, Subbiano, Terranuova Bracciolini, Castiglion Fibocchi, Chitignano, Montemignaio, Talla.
Comprensorio CB3: Bagno a Ripoli, Campi Bisenzio, Carmignano, Empoli, Fiesole, Firenze, Lastra a Signa, Montelupo Fiorentino, Pontassieve, Scandicci, Signa.
Comprensorio CB4: Calcinaia, Capraia e Limite, Cascina, Castelfranco di Sotto, Cerreto Guidi, Fucecchio, Montopoli in Valdarno, Pisa, Pontedera, San Giuliano Terme, San Miniato, Santa Croce sull’Arno, Santa Maria a Monte, Vicopisano, Vinci.

Difesa del suolo: si rinnova la sinergia tra Autorità di Bacino e Regione Liguria Consentirà una migliore gestione del territorio e procedure semplificate

4 marzo 2021 Prorogati fino al 31 dicembre 2021 gli accordi tra Autorità di bacino e Regione Liguria in materia di difesa del suolo e tutela delle acque nel territorio dei bacini liguri da Imperia a La Spezia e del bacino del fiume Magra. Prosegue l’attività di collaborazione tra l’Autorità di Bacino dell’Appennino Settentrionale e la Regione Liguria che ha consentito in questi anni di gestire in modo efficace le problematiche del territorio in una nuova visione distrettuale. Una sinergia caratterizzata da un approccio che ha comunque consentito di salvaguardare il know how delle strutture esistenti come quella di Sarzana, sede dell’Autorità di bacino del fiume Magra e divenuta una delle tre sedi del distretto dell’Appennino Settentrionale.

«Insieme alla proroga, con questo rinnovato accordo è stato definito un percorso, fatto di step intermedi che, nel 2021, in parallelo alla stesura definitiva dei Piani di gestione in materia di acque e alluvioni, vedrà le regioni impegnate in prima fila insieme all’Autorità per arrivare ad un progressivo superamento dei Piani di assetto idrogeologico regionali ancora vigenti nel nuovo Piano di bacino distrettuale – spiega il Segretario Generale dell’Autorità di Bacino Massimo Lucchesi -. L’obbiettivo è quello di garantire una gestione sempre più omogenea e coordinata in materia di acqua, frane e alluvioni sull’intero territorio distrettuale, dalla Toscana alla Liguria». Un ulteriore passo verso quella semplificazione che da tempo è alla base delle riforme nella Pubblica amministrazione, in chiave di efficientamento dell’azione amministrativa.

«Con l’accordo sottoscritto confermiamo una collaborazione fattiva e proficua con l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale, già avviata nel 2018, che consente di sviluppare le attività di interesse comune in materia di difesa del suolo e di tutela quantitativa delle acque – commenta Giacomo Raul Giampedrone, assessore regionale Ambiente e Protezione Civile della Regione Liguria -. Con l’Accordo di oggi proseguiamo nel percorso intrapreso fino ad ora, definendo altresì il reticolo principale e secondario del fiume Magra e dei restanti bacini liguri tirrenici oltre che integrare la disciplina del Piano di Gestione Rischio Alluvioni (PGRA). Siamo certi che questa collaborazione consentirà una miglior gestione del territorio, oltre che una complessiva semplificazione delle procedure connesse».

“1966-2020: dalla grande alluvione dell’Arno agli eventi meteo

Lo stato di salute dell’Arno a 54 anni dall’alluvione di Firenze ieri è stato al centro dell’incontro webinar ‘1966-2020 – Dalla grande alluvione dell’Arno agli eventi meteo-climatici sempre più estremi e devastanti. Analisi dei rischi e della prevenzione dalle mappe delle Autorità di Distretto idrografico italiane’. Il convegno, organizzato dalla nostra Autorità di distretto e coordinato dal Segretario Generale Massimo Lucchesi insieme al collega dell’Appennino Centrale, Erasmo d’Angelis, ha visto tra gli intervenuti anche il sottosegretario del Ministero dell’Ambiente Roberto Morassut; Angelo Borrelli, capo della protezione civile nazionale; il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani; l’assessore regionale all’ambiente Monia Monni, il sindaco di Firenze Dario Nardella e la Vicesindaco Alessia Bettini, il Presidente di ANBI Toscana Marco Bottino, oltre ai Segretari generali delle Autorità distrettuali.
Alcuni spunti del Segretario Lucchesi tratti dal webinar:

“In un anno così difficile come questo, caratterizzato da un’emergenza sanitaria senza precedenti, è importante nella ricorrenza dei 54 anni dall’alluvione di Firenze, fare il punto su quanto è stato fatto e su cosa si sta ancora facendo per affrontare altri tipi di emergenze, i dissesti idrogeologici, che caratterizzano il nostro Paese”. Questo quanto ricordato dal Segretario Generale dell’Autorità distrettuale dell’Appennino Settentrionale, Massimo Lucchesi, in apertura del convegno organizzato da remoto insieme al collega dell’Appennino Centrale Erasmo d’Angelis. All’evento hanno partecipato il Sottosegretario Morassut del Ministero dell’Ambiente, il nuovo Presidente della Toscana e l’assessore all’ambiente Monni, il Sindaco di Firenze Nardella e il Vicesindaco Bettini, il Presidente di ANBI Toscana Marco Bottino, il Capo Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli

Lucchesi ha ricordato che l’Autorità è impegnata proprio in questi mesi nel completare l’aggiornamento del nuovo Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni, all’interno del quale, partendo dall’attualizzazione del quadro conoscitivo della pericolosità da alluvione del territorio, sarà rivisto il programma di misure  – interventi ma non solo – per la mitigazione del rischio, misure da realizzare nei prossimi anni, grazie anche alle risorse che potrebbero rendersi disponibili con il Recovery Plan.

“In questo contesto” ribadisce Lucchesi “è bene ricordare che il dissesto idrogeologico comprende oltre alle alluvioni anche decine e decine di dissesti e frane nei versanti, spesso attivati dagli stessi eventi meteorici che provocano allagamenti e danni nei fondovalle”. Per questo l’Autorità ha avviato una profonda revisione anche del cosiddetto PAI frane, implementando un nuovo sistema di definizione del rischio che indirizzerà in maniera riteniamo corretta, secondo criteri di priorità legati alla salvaguardia di vite e beni, le risorse europee.

“I tempi sono stretti” ricorda ancora il Segretario Generale “ma, nonostante il periodo emergenziale, i tecnici dell’Autorità sono al lavoro per dare risposte concrete al nostro territorio”.

 

 

Il programma dell’evento del 4/11/2020

Dalle 9,30 alle 13, presso  la sala delle conferenze della presidenza della Regione Toscana –  Palazzo Sacrati Strozzi- Piazza Duomo (Firenze), si alterneranno:

Eugenio Giani – Presidente della Regione Toscana: “Dalla tragedia dell’ alluvione dell’Arno alla prevenzione dai grandi rischi”

Mario Tozzi – “I Sapiens e il ritorno alla Natura, la buona gestione per prevenire dissesti e pandemie”

 

Introduzioni

 Massimo Lucchesi -Segretario Generale Autorità Appennino Settentrionale

 Erasmo D’Angelis – Segretario Generale Autorità Appennino Centrale

“Check up dell’Italia delle frane e delle alluvioni. Eventi storici. Indicatori di rischio. Piani di gestione”.
Vera Corbelli – Segretario Generale Autorità dell’Appennino Meridionale

 Francesco Baruffi – Segretario Generale Autorità Alpi Orientali

Meuccio Berselli – Segretario Generale Autorità del Po

Carlo Ferranti – Dirigente Autorità dell’Appennino Centrale

Marcello Brugioni – Dirigente Autorità dell’Appennino Settentrionale

Mauro Grassi – Economista: “Costi-benefici: prevenire costa 100 volte meno dell’ alluvione”

Nicola Casagli – Dipartimento Scienze della Terra Università di Firenze: “Controllo e buongoverno dei territori”

Fabrizio Curcio – Capo Dipartimento Casa Italia Palazzo Chigi: “Le difese dai grandi rischi”

“Lo stato delle opere lungo l’ asta fluviale dell’Arno”

Monia Monni – Assessore all’Ambiente Regione Toscana

Giorgio Federici – Università di Firenze

Giovanni Massini – Dirigente Regione Toscana

 Marco Bottino – Consorzi di Bonifica

 

Conclusioni

 Angelo Borrelli – Capo Dipartimento Protezione Civile

 Roberto Morassut – Sottosegretario Ministero Ambiente

Dario Nardella -Sindaco di Firenze

Primo aggiornamento del Progetto di Piano – Comuni di Cerreto Guidi e Bagno a Ripoli (FI)

In applicazione dell’art.15 della disciplina di Piano, adottato come misura di salvaguardia con delibera della Conferenza Istituzionale Permanente n.20 del 20 dicembre 2019, con decreti del segretario generale n. 4 e n. 5 del 14 febbraio 2020 è stata approvata la modifica delle mappe di pericolosità del Progetto di Piano PAI “dissesti geomorfologici” e la contestaule modifica della perimetrazione della pericolosità da frana del PAI del bacino del fiume Arno per il comune di Cerreto Guidi (FI) e Bagno a Ripoli (FI).

Le banche dati della pericolosità e della geomorfologia sono quindi aggiornate sia per il PAI vigente che per il Progetto di Piano e, in assenza di eventuali osservazioni al Progetto di Piano o segnalazioni ex art.15 comma 7, i comuni di Cerreto Guidi e Bagno a Ripoli hanno completato il procedimento di adeguamento alla pianificazione di bacino per quanto riguarda la pericolosità da frana e da dissesti geomorfologici in genere.

13 gennaio 2020. Avviata la fase di consultazione per il Progetto di Piano – PAI “dissesti geomorfologici”

A partire dal 13 gennaio sino al 25 febbraio 2020 è aperta formalmente la fase di consultazione del Progetto di Piano – PAI “dissesti geomorfologici” .

La consultazione è una delle fasi centrali nell’ambito dell’iter di approvazione del Piano.

Tutti i soggetti pubblici e privati possono consultare la documentazione di piano tramite la piattaforma web dell’Autorità:

Relazione di Piano

Disciplina di Piano

Mappe di pericolosità da dissesti di natura geomorfologica

Per ogni chiarimento è possibile far riferimento ai contatti riportati nell’apposita sezione.

Attenzione: per tutti i soggetti pubblici e privati la fase di osservazione avrà inizio il 26 febbraio 2020 è terminerà dopo 45 giorni (11 aprile 2020). I  soggetti pubblici saranno coinvolti direttamente anche nell’ambito della Conferenza Programmatica gestita dalle Regioni che con proprio parere contribuisce direttamente ad eventuali modifiche ed integrazioni al Piano.

 

13 gennaio 2020. In Gazzetta Ufficiale l’adozione del Progetto di Piano – PAI “dissesti geomorfologici”.

Nella Gazzetta Ufficiale n. 9 del 13.01.2020 è stato pubblicato il comunicato dell’adozione del “Progetto di Piano di bacino del distretto idrografico dell’Appennino Settentrionale, stralcio Assetto Idrogeologico per la gestione del rischio da dissesti di natura geomorfologica”  relativo al territorio dei bacini del fiume Arno, del fiume Serchio e dei bacini della Toscana.

Il progetto di Piano è stato adottato con delibera della Conferenza Istituzionale Permanente n.20 del 20 dicembre 2019.