Conferenze Istituzionali Permanenti delle cinque Autorità di distretto

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Ieri pomeriggio 28 ottobre si sono svolte, in collegamento da remoto, le Conferenze Istituzionali Permanenti delle cinque Autorità di distretto per deliberare il primo bilancio di previsione dei nuovi enti che, come voluto dalla riforma del 2015, segna il definitivo passaggio al regime di contabilità ordinaria delle Autorità e quindi alla loro piena autonomia gestionale, patrimoniale e contabile.

La riunione, presieduta dall’On. Ilaria Fontana, delegata dal Ministro della Transizione Ecologica, ha visto la partecipazione del Viceministro delle infrastrutture On. Alessandro Morelli, della Sen. Lucia Bergonzoni, per il Ministero della Cultura, degli Assessori regionali Monia Monni per la Toscana, Giacomo Raul Giampedrone per la Liguria e Enrico Melasecche Germini per l’Umbria.

Il Segretario Generale Massimo Lucchesi ha presentato il primo bilancio dell’Autorità e ne ha descritto i tratti salienti, evidenziando come lo stesso si configuri come lo strumento a supporto delle attività sia ordinarie che strategiche dell’ente, una sorta di “cassetta degli attrezzi” per costruire, passo dopo passo, la nuova autorità distrettuale anche in termini di organizzazione, personale, rafforzamento delle tre sedi, digitalizzazione.

Questo primo bilancio si basa, tuttavia, sulle risorse ordinariamente trasferite sulle vecchie contabilità speciali, che rispondono ad un quadro esigenziale ancorato alle Autorità ex lege 183” – ha evidenziato Massimo Lucchesi nel suo intervento di presentazione. “La riforma della governance distrettuale non è stata, al momento, ancora accompagnata da un quadro finanziario strategico che da un lato miri a rafforzare i distretti, anche alla luce delle nuove dotazioni organiche approvate con il d.p.c.m. 4 aprile 2018, e dall’altro supporti le attività pianificatorie e strategiche che anche i recenti provvedimenti, ed in particolare quelli legati al P.N.R.R., hanno attribuito alle Autorità distrettuali”. Di qui la necessità di dar fiato alla riforma anche in termini di risorse finanziarie, nella consapevolezza che la strada è tracciata e che non ci si può permettere di tornare indietro, soprattutto in momenti come questi in cui, di fronte ad eventi estremi come quelli di queste ore in Sicilia, emerge in tutta evidenza l’importanza della pianificazione e delle azioni di prevenzione, protezione e previsione. “Per questo – ha concluso Lucchesi – bisogna dare forza e vigore alle Autorità, consentendo il loro sviluppo strutturale, organizzativo, professionale e digitale per far fronte alle nuove sfide pianificatorie che la transizione ecologica impone e che fanno di enti come le Autorità distrettuali “attori di prima linea” nella lotta al dissesto e ai cambiamenti climatici”.

Navigabilità dell’Arno, oggi il primo incontro del tavolo di lavoro. L’iniziativa si tiene nell’ambito del progetto partecipativo “Un Patto per l’Arno”

Firenze, 28 ottobre 2021 – Al via il tavolo di lavoro dedicato alla navigabilità del Fiume Arno, dalla sorgente alla foce a scala di bacino. Per inaugurare il percorso, oggi, giovedì 28 ottobre (a partire dalle 15.15) nella sede di ANBI Toscana a Firenze (viale della Toscana 21, Sala “Adriano Borgioli”) si terrà l’incontro “Navigare l’Arno. Antiche vie d’acqua, percorsi di futuro” che vedrà anche la partecipazione del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.
L’iniziativa si tiene nell’ambito del percorso progettuale partecipativo del Patto per l’Arno promosso da Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale, ANBI Toscana, ANCI Toscana, Consorzi di Bonifica Alto, Medio e Basso Valdarno, Regione Toscana e Comuni interessati dal fiume.
L’evento si aprirà con l’intervento “Il Patto per l’Arno come luogo di lavoro sulla navigabilità”. Ne parleranno Marco Bottino presidente di ANBI Toscana e del Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno, Serena Stefani vicepresidente di ANBI Toscana presidente del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno e Maurizio Ventavoli presidente del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno. In scaletta anche gli interventi di Massimo Lucchesi segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale e Massimo Bastiani presidente del Tavolo Nazionale sui Contratti di Fiume.
A seguire, Federico Eligi consigliere del presidente della Regione Eugenio Giani delegato alla navigabilità del Fiume Arno con l’intervento “Strumenti di governance per lo sviluppo della navigabilità turistico- ricreativa sul Fiume Arno, nel quadro di potenziamento della mobilità sostenibile”. Di “Nuovi spazi, tracciati e proposte per la ripresa e la resilienza delle città” parleranno invece il sindaco di Firenze Dario Nardella, l’assessore alla navigabilità di Pisa Raffaele Latrofa e Laura Ermini, assessore all’ambiente del Comune di San Giovanni Valdarno. Sono stati inoltre invitati i Comuni e le associazioni che “navigano” in Arno, dalla sorgente alla foce.
In chiusura, la relazione del professor Francesco Salvestrini, ordinario di Storia medievale Università di Firenze su “L’esempio del passato, quando l’Arno era navigato”. Le conclusioni saranno invece affidate al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.
All’evento si potrà assistere in presenza nella sede di ANBI Toscana (viale della Toscana 21, Firenze) previa richiesta e nel rispetto della normativa in materia di Covid19 e Greenpass. Oppure si potrà seguire in modalità webinar tramite collegamento sulla piattaforma Zoom, facendo richiesta di registrazione e link per il collegamento. L’evento sarà inoltre trasmesso in diretta live streaming sui canali dell’Autorità di Bacino dell’Appennino Settentrionale, di ANBI Toscana e dei Consorzi di Bonifica Alto, Medio e Basso Valdarno.
Segreteria per info e registrazioni
055.4625772, 055.283283, info@anbitoscana.it / 055.26743, info@appenninosettentrionale.it

«Nel Distretto dell’Appennino Settentrionale su 24mila km2 persiste il 12% di territori allagabili: stiamo pianificando come evitare i danni»

Così Massimo Lucchesi a margine del convegno organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi a 10 anni dall’alluvione di Liguria e Lunigiana

Firenze, 23 ottobre 2021

«Nell’ambito del piano di gestione del distretto, si sta lavorando all’individuazione e pianificazione delle opere per la Toscana e per il territorio ligure». Così è iniziato l’intervento del segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale Massimo Lucchesi in occasione del webinar organizzato a 10 anni dall’alluvione di Liguria e Lunigiana. Durante il convegno, il Consiglio Nazionale dei Geologi e la Fondazione Centro Studi del CNG, in collaborazione con l’Ordine dei Geologi della Liguria e l’Ordine dei Geologi della Toscana, hanno fatto il punto della situazione sul rischio idrogeologico nel nostro Paese.

«All’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale il 40% dei dipendenti è costituito da geologi, che stanno svolgendo un lavoro importante ad ampio raggio. L’Europa parla di alluvioni, di piano per la gestione delle acque però sulle frane pare ci sia una specificità tutta italiana – ha continuato Lucchesi -, per questo penso che istituzioni come l’Autorità debbano mettere in risalto anche quelle che sono le nostre connotazioni territoriali. In quest’ottica, l’Autorità approverà a dicembre 2021 il piano di gestione rischio alluvioni, elaborato in stretto coordinamento con le Regioni, parte attiva della governance della nostra Autorità. Il piano di distretto è un report importante. Per esempio, l’Autorità di bacino del Magra nel 2003 aveva già mappato le aree a pericolosità che sono state interessate dall’evento del 2011. Secondo il nostro censimento – ha detto -, su 24mila chilometri quadrati di distretto persiste il 12% di aree a pericolosità media e alta. Nel piano, abbiamo inoltre preso in considerazione gli eventi intensi e concentrati, le cd. flash flood, che rappresentano chiari segni del cambiamento climatico in atto. Questo modo di procedere aiuta non a prevedere gli eventi avversi, che non sono pianificabili, ma a intervenire preventivamente e strategicamente sulle scelte, a partire da quelle urbanistiche».

L’esperienza dell’Autorità di Bacino tra le best practice europee Flash flood e progetto NBS ‘fanno scuola’

L’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale ‘fa scuola’ in Europa. È stata infatti selezionata sia tra i casi studio pubblicati dalla Commissione europea nell’ambito delle best practice nella gestione del rischio alluvioni che nel rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente tra i 100 casi europei di soluzioni basate sulla natura.

Nei giorni scorsi la Commissione europea ha infatti ufficializzato la pubblicazione del Report “Current Practices in Flood Risk Management in the European Union”, che riporta le migliori pratiche esistenti nell’Unione Europea nella gestione del rischio alluvioni, al fine di condividerle e interconnetterle a livello europeo per “fare sistema” nella gestione dei rischi naturali. L’Autorità di Bacino è tra i casi studio pubblicati con una metodologia innovativa, elaborata interamente in house, per la gestione delle flash flood e in generale per la previsione degli effetti dei cambiamenti climatici.

«Gli studi e le elaborazioni che stiamo portando avanti e che costituiscono, già di per sé, misure a carattere non strutturale nella lotta ai cambiamenti climatici – spiega Massimo Lucchesi segretario generale dell’Autorità di Bacino dell’Appennino Settentrionale -. Inserite nei Piani di gestione che vedranno la luce a dicembre prossimo evidenziano un aumento della magnitudo e della frequenza degli eventi in zone di estensione limitata». L’aspetto distintivo di tali fenomeni è la rapida concentrazione e propagazione dei deflussi idrici che, specialmente nei contesti montani, in cui l’abbondante disponibilità di sedimento mobilizzabile si combina con la notevole capacità di trasporto, può dare origine al ben più distruttivo fenomeno delle colate detritiche (debris flow).

«La pubblicazione a livello europeo del metodo elaborato dall’Autorità per le flash flood costituisce un importante strumento di validazione e disseminazione di questa buona pratica – aggiunge Massimo Lucchesi – e un riconoscimento del lavoro portato avanti in questi anni dall’Autorità e dai suoi tecnici». In tale direzione va anche un’altra recente pubblicazione dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) relativa al caso dimostrativo Serchio. L’Agenzia nel Rapporto n. 1/2021 ha raccolto circa 100 casi europei di soluzioni basate sulla natura, le cosiddette NBS, per identificare esempi di metodi innovativi e buone pratiche nel perseguimento degli obiettivi ambientali e nella gestione del rischio di alluvioni. L’analisi svolta su questi casi rileva che la pianificazione delle NBS deve basarsi su studi lungimiranti e sugli impatti previsti del cambiamento climatico in una visione integrata e sostenibile.

«Il caso dimostrativo Serchio, sviluppato nell’ambito del progetto europeo Phusicos – spiega Lucchesi -, risulta inserito come best practice non solo per l’efficacia delle singole misure, individuate e condivise con i principali stakeholder del territorio, ma anche per la validità della scelta di partenza di voler realizzare un vero e proprio sistema integrato di misure win-win, che generasse un valore aggiunto di più ampia portata nell’ottica della gestione integrata delle problematiche ambientali».

Earth Technology Expo, Firenze 13/16 Ottobre 2021, Fortezza da Basso

Earth Technology Expo sarà la prima e più completa esposizione delle applicazioni tecnologiche in corso e dell’innovazione previste e presenti nelle linee guida del Next Generation EU.
Tecnologie per clima, ambiente, mare, acque, città, lavoro, produzioni, gestione e controllo dei rischi naturali e di natura antropica.
Personalità ed esperti presenteranno modelli e tecnologie innovative, sistemi di controllo e gestione e l’intera gamma di strumenti già operativi e disponibili, da quelli satellitari alla sensoristica di ultima generazione, ai sistemi di allertamento e protezione civile.

www.etexpo.it