Un viaggio alla scoperta fiume Arno, dal Casentino al Mare: sabato 16 da Subbiano all’invaso della Penna

il programma dettagliato
La storica Canottieri Comunali Firenze celebra i novant’anni con un’escursione dall’entroterra alla costa

FIRENZE – La stagione delle celebrazioni per il novantesimo anniversario della Canottieri Comunali Firenze si incorna di un evento che si preannuncia come un ambizioso viaggio alla scoperta del fiume Arno, dalla sorgente alla foce. Con un gesto simbolico e significativo, la storica associazione di canottaggio intende dare vita alla manifestazione “Un Viaggio dalla Sorgente alla Foce” – una traversata che rappresenta l’equilibrio tra passato e futuro, tra tradizione sportiva e impegno ambientale.

Un’iniziativa per scoprire, verificare e valorizzare

Le attività programmate intendono verificare lo stato eco-ambientale del fiume, attraverso una serie di spostamenti che vedranno l’impegno dei soci, degli atleti, dei cittadini e delle istituzioni. Questo viaggio eccezionale sarà un percorso a piedi, in sella alle biciclette, e in kayak, e ripercorrerà le storiche “Vie dei Legni” – quei percorsi fluviali utilizzati in passato per il trasporto di materiale destinato a edifici storici come il Duomo di Firenze.

Il viaggio comincerà a piedi tra le foreste del Casentino, si snoderà lungo le ciclabili dell’Arno in bicicletta e proseguirà in kayak esplorando i percorsi fluviali fino alla costa toscana. Sarà un’occasione per osservare da vicino l’ecosistema dell’Arno, con particolare attenzione alle specie ittiche, all’avifauna e alla fauna ripariale. Inoltre, verrà esplorata la possibilità di navigazione del fiume a scopo turistico-esperienziale.

L’iniziativa non si limiterà alla sola esplorazione ma avrà anche lo scopo di documentare la presenza di rifiuti plastici, scarichi industriali e residui vari, contribuendo così alla salvaguardia e al rispetto dell’ambiente fluviale.

Istituito il regolamento per la gestione dell’albo dei fornitori

home logo dell'enteCon apposito regolamento è stato istituito e disciplinato l’Albo dei Fornitori on-line per le Aziende ed i Professionisti dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale. Il regolamento e le modalità di consultazione sono disponibili nell’area dedicata della Trasparenza.

L’albo dei fornitori è lo strumento con cui l’Autorità procede all’identificazione delle imprese più qualificate a fornire i lavori, forniture ed i servizi di cui necessita e alla individuazione dei professionisti più qualificati a fornire prestazioni professionali.

I servizi di gestione, iscrizione, aggiornamento e consultazione dell’Albo sono erogati attraverso il portale Traspare dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale. L’Albo è strutturato in due sezioni separate e dedicate rispettivamente ai Fornitori e ai Professionisti; le singole sezioni sono articolate in categorie merceologiche, il cui elenco completo è presente sul portale dell’Autorità.

Per prevenire l’emergenza siccità l’unico strumento è la programmazione

Riunita oggi alla presenza del Segretario generale dell’Autorità di bacino dell’Appennino Settentrionale, Gaia Checcucci e del Commissario nazionale contro la siccità, Nicola Dell’Acqua, la riunione dell’ “Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici“, trasformato in organo dallo stesso provvedimento che ha istituito il Commissario. Obiettivo dell’Osservatorio è monitorare e gestire la scarsità della risorsa anche alla luce dei cambiamenti climatici.

Il Commissario dell’Acqua ha constatato il proficuo lavoro svolto dall’Autorità in tema di pianificazione de gestione della risorsa idrica e ha sottoscritto un protocollo che “individua nell’Autorità dell’Appennino Settentrionale l’amministrazione in grado d’interpretare le nuove funzioni codificate nel decreto siccità del 2023, svolgendo, attraverso il nuovo Osservatorio, un unico centro di riferimento e cabina di regia per raccolta, analisi, approfondimenti per la gestione ottimale della risorsa idrica, attraverso l’adozione di un set di indicatori sensibili al cambiamento climatico da testare ed eventualmente standardizzare su scala nazionale. Ciò fa seguito all’aggiornamento del bilancio idrico condotto dall’Autorità su tutto il territorio, che ha anche tenuto conto di innovativi criteri di elasticità rispetto al clima che cambia.

La fotografia scattata conferma l’estrema propensione del territorio agli eventi estremi: piove troppo, piove poco, piove diverso, ossia, proprio per effetto dei cambiamenti climatici, abbiamo precipitazioni più abbondanti in autunno e inverno, piuttosto che nel periodo primaverile. Così come meno pioggia in Casentino e proporzionalmente più nella Toscana meridionale.
Del resto, come ben si sa, i corsi d’acqua toscani hanno carattere prevalentemente torrentizio, a cominciare dall’Arno che si gonfia molto quando piove e si assottiglia nei periodi di siccità.

Dunque, a fronte delle varie situazioni che si possono determinare, scattano “scenari di severità idrica” di quattro livelli.

  • Normale – I valori degli indicatori sono tali da soddisfare le esigenze del territorio per tutti gli usi;
  • Bassa – Le esigenze possono essere ancora soddisfatte ma con alcuni segnali di criticità;
  • Media – La situazione peggiora e sono possibili anche danni economici;
  • Alta – La risorsa idrica non è più in grado di soddisfare gli usi e di evitare danni al sistema. In quest’ultimo caso, sulla base delle analisi prodotte dall’Osservatorio dell’Autorità, può essere adottata, anche preventivamente, la deliberazione dello stato d’emergenza di rilievo nazionale.

L’Osservatorio, dopo l’insediamento, diventa quindi pienamente operativo, come organo dell’Autorità di bacino, e sarà in grado di valutare la situazione attraverso un calendario d’incontri con i componenti delle varie amministrazioni statali e territoriali.

 

4 marzo 2024 – Riunita la Conferenza Operativa

In corso oggi la riunione della Conferenza Operativa dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale. Tra i punti principali all’ordine del giorno nella seduta del 4 marzo 2024, l’aggiornamento del Piano di Gestione delle acque 2021-2027 relativo al bilancio delle acque superficiali per il territorio toscano (Secondo aggiornamento). Per il Piano di stralcio Assetto Idrogeologico importanti aggiornamenti con la convocazione della seduta CIP del 6 marzo 2024 con all’ordine del giorno l’adozione del PAI dissesti, l’approvazione delle misure di salvaguardia, oltre alla documentazione di Piano.
Per quanto riguarda il Piano di Gestione del Rischio Alluvione aggiornamenti in merito al riesame delle mappe relative al reticolo idraulico principale, del reticolo idraulico del fiume Ombrone e Bruna.
Presentato anche il report di monitoraggio VAS un documento contribuisce ad arricchire le valutazioni ambientali sugli effetti del Piano di gestione delle Acque e del Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni.

Il ruolo del servizio idrico integrato tra sfide ambientali, cambiamenti climatici e sviluppo industriale

Venerdì 16 febbraio 2024, presso la Sala Azzurra della Scuola Normale Superiore di Pisa (Piazza dei Cavalieri – Pisa) è in corso il convegno organizzato da CNA Pisa e Unione Industriale Pisana dal titolo “Il ruolo del servizio idrico integrato tra sfide ambientali, cambiamenti climatici e sviluppo industriale”.  Conoscere per programmare e per pianificare le priorità al centro dell’intervento del Segretario Generale Gaia Checcucci dal titolo: “Disponibilità della risorsa, sicurezza idraulica e salvaguardia ambientale: la fragilità del territorio”.

 

Rischio alluvioni: il ruolo dell’Autorità di bacino

Audizione in commissione Ambiente in merito alle attività connesse alla valutazione e gestione dei rischi di alluvioni.

Firenze – Pomeriggio di full immersion – ieri, mercoledì 7 febbraio – in commissione Territorio, ambiente, mobilità, infrastrutture, presieduta da Lucia De Robertis (Pd), sulle attività connesse alla valutazione e gestione dei rischi di alluvioni, con riferimento anche ai recenti eventi che hanno colpito la Toscana attraverso un confronto con l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale. Ad accompagnare in questo approfondimento, il segretario generale, Gaia Checcucci: “E’ la prima volta che sono con voi in commissione e colgo volentieri l’occasione per condividere il ruolo dell’Autorità, in un perimetro tecnico normativo di riferimento, per concentrarsi sul nostro modo di lavorare: Piano di bacino e stralci funzionali approvati con Decreti della Presidenza del Consigli dei Ministri (Dpcm), per mappare la pericolosità del rischio e pianificare”, ha spiegato. “Siamo in vigenza di un Piano di bacino rischio alluvioni 2021-2027, uno strumento che contiene mappe che amo definire fotografie a colori secondo tre livelli di pericolosità, come da letteratura scientifica, elevata, media e bassa”, con un calendario di aggiornamento annuale.

 

In sintesi: l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale, istituita dal decreto legislativo 152/2006, in attuazione della direttiva CE 2000/60, è operativa dal febbraio 2017, quando vennero soppresse tutte le autorità di bacino, di cui alla legge 183/1989. La direttiva della CE istituisce in ambito europeo 110 distretti idrografici, di cui sette in Italia. Sul fronte dell’inquadramento: l’Autorità è un ente pubblico non economico ed ha come funzione principale la mappatura della pericolosità del rischio. L’autorità si articola fondamentalmente nella figura del segretario generale, che è il rappresentante legale ed è nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri; la conferenza istituzionale permanente, che è l’organo di indirizzo politico dell’Autorità ed ha il compito dell’adozione del piano di bacino; è presieduta dal Ministro dell’Ambiente e composta dal Ministro delle Infrastrutture, dal Capo di partimento della Protezione civile, dal Ministro delle politiche agricole e forestali e dal ministro della cultura, oltre ai presidenti o loro delegati delle Regioni costituenti il distretto; la conferenza operativa, che è l’organo consultivo ed esprime parere ed emana direttive, ai fini della pianificazione e programmazione di bacino. È composta da due rappresentanti di ciascuna amministrazione presente nella conferenza istituzionale permanente, nominati con decreto del Ministro dell’Ambiente.

Ancora alcuni dati: il Bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale interessa i territori di Toscana, Liguria e in piccolissima parte Umbria. Si estende su 15 province e 455 comuni, per oltre 24mila chilometri quadrati. In esso sono presenti 950 corpi idrici superficiali e 129 corpi idrici sotterranei. Infine il Bacino interessa i bacini liguri, quello del Magra, dell’Arno, del Serchio, oltre agli altri bacini toscani ad eccezione del Flora, inserito nel Bacino dell’Appennino centrale.

Come sottolineato dalla presidente De Robertis, che ha ringraziato il Segretario per quanto illustrato, l’audizione è frutto della risoluzione approvata dal Consiglio regionale nella seduta dell’8 novembre scorso, con la quale si chiedeva di ascoltare l’Autorità di bacino.

Di “relazione molto utile ed approfondita” hanno parlato anche tutti i commissari intervenuti: Elisa Tozzi (FdI), Massimiliano Riccardo Baldini (Lega), Alessandro Capecchi (FdI), Francesco Gazzetti (Pd). Tra i temi affrontati ricordiamo in particolare: infrastrutture, casse di espansione dell’Arno, Bilancino, assetto idrogeologico, manutenzione ordinaria e straordinaria, consorzi di bonifica, reticoli secondari, ruolo del commissario e, non ultimo, il recente fenomeno delle bombe d’acqua.

“Vi ringrazio per l’interesse – ha concluso Checcucci – siamo un territorio fragile e occorre capire, insieme, cosa del sistema può funzionare meglio, perché il rischio esiste e va gestito”.

“Una cosa è certa – ha concluso la presidente De Robertis – la commissione ha iniziato un percorso di approfondimento e continuerà su questa strada, per arricchire il bagaglio di conoscenze sulla materia”.

Paola Scuffi, 8 febbraio 2024, Consiglio regionale della Toscana

Legge Salvamare, parte il recupero delle plastiche nei fiumi

Con l’ultimato il passaggio in Corte dei Conti è diventato operativo il primo programma sperimentale per il recupero delle plastiche nei fiumi. L’iniziativa fa parte del primo decreto-legge attuativo della Legge Salvamare, come ha reso noto il vice ministro all’Ambiente e alla sicurezza energetica, Vannia Gava e prevede di contrastare l’inquinamento da plastica nei mari italiani. I fondi stanziati sono pari a 2 milioni di euro e prevedono interventi strutturali direttamente sui corsi d’acqua per la cattura, rimozione e gestione dei rifiuti plastici galleggianti e campagne di sensibilizzazione, in sinergia con le Autorità di bacino distrettuali a cui è demandata l’organizzazione delle attività e la gestione dei fondi.