Informazioni generali |
Codice Area | IT4080012 | Regione | Emilia-Romagna | Area totale | 5.05 kmq | Superfice nel bacino | 5.05 kmq | Area | 100% |
Tipologia |
SIC (sito importanza comunitaria)
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Subunità |
BACINI ROMAGNOLI |
Idroecoregione | APENNINES N | Natura 2000 | Standard Data Form |
Priorità |
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Caratteristiche area protetta |
Info | Collocato sulla collina forlivese lungo il contrafforte che separa il Rabbi dal Bidente, tra Predappio e il Gualdo, il sito include essenzialmente il lembo residuo dell’ultimo bosco su terreni acidi a Quercus petraea del forlivese e gli anfiteatri calanchivi che dal Monte Velbe si estendono verso il Fosso Pondo, a oriente della cresta che digrada verso San Colombano. Il bosco relitto di Fiordinano giace su cappellaccio di sabbie quaternarie a reazione acida; altri boschetti a dominanza di Roverella su terreni viceversa a reazione basica sono localizzati più a sud lungo il medesimo spartiacque dove affiorano molasse e conglomerati pliocenici, mentre il grosso del sito comprende in definitiva il tipico paesaggio naturale dei calanchi, con ambienti prativi aridi alternati ad arbusteti e alberi sparsi. Questi ambienti naturali d’interesse conservazionistico, che peraltro ospitano una discreta biodiversità, sono inframmezzati da colture tradizionali a rotazione o estensive a basso impatto e, all’opposto, circondati dalle tipiche colture intensive di fondovalle a ridosso di centri urbani popolati come Predappio, Meldola, Cusercoli, con qualche rischio di vulnerabilità delle specie e degli habitat dovuto alle pressioni antropiche di un territorio pedemontano fortemente abitato. La copertura forestale, ancorchè di grande rilievo conservazionistico, è limitata sotto al 10%, mentre la forma di copertura dominante è quella erbaceo arbustiva delle plaghe argillose.
| Emergenze |
| Le caratteristiche geomorfologiche e vegetazionali determinano la presenza di quattro habitat, dei quali due, in parte sovrapposti, di tipo forestale e due di prateria, ricoprono complessivamente circa un quarto della superficie del sito. Vegetazione Tra siepi e boschetti termofili di Quercus pubescens, Acer campestre e Ulmus minor sparsi nel sito, spicca per poco più di tre ettari la Selva di Fiordinano, ancora abbastanza conservata nella composizione nonostante le utilizzazioni per via delle quali da un lato mancano alberi vecchi, dall’altro in alcuni settori preme l’invadente Robinia. Rovere (Quercus petraea) soprattutto, e Carpino bianco (Carpinus betulus ) sono accompagnati da qualche Cerro, Ciavardello e Nocciolo, con sottobosco di acidofile altrettanto spinte quali Geranium sanguineum, Erythronium dens-canis, Cistus incanus ed Erica arborea (questi ultimi soprattutto ai margini) in una compagine non ancora definitivamente indagata ma dal chiaro significato relittuale. Simile a Scardavilla per via del substrato sabbioso, ne differisce per la dominanza di Rovere, dovuta anche alla quota (380 m) che è in effetti più elevata di quella tipica dei boschetti su terreni ferrettizzati, rispetto ai quali quella di Fiordinano è qualcosa di più che una semplice stazione disgiunta. Lo conferma forse, ed è una caratteristica di alcuni settori della bassa montagna romagnola, la presenza di Polygala chamaebuxus, specie d’origine alpina. Per il resto, praterie ed arbusteti, anche su calanco, rivelano una certa mediterraneità e, a tratti, abbondate presenza di orchidee quali Orchis tridentata, Ophrys apifera, O. bertolonii, Dactylorhiza maculata, Epipactis microphylla e Spiranthes spiralis. L’eventuale rilievo floristico della zona, mai portato compiutamente a termine, riserverebbe senza dubbio segnalazioni importanti, non solo in campo orchidologico ma anche per altri gruppi tassonomici.
Fauna Il sito è relativamente ricco di specie faunistiche mediterranee. Per quanto riguarda i mammiferi, attualmente mancano dati sui pipistrelli; si segnala invece la presenza di Istrice (particolarmente a suo agio nei boschetti sabbiosi di medio-bassa quota), Puzzola e Tasso. L’avifauna è presente con specie di ambiente termofilo collinare, Albanella minore (Circus pygargus), Averla piccola (Lanius collurio), Ortolano (Emberiza hortulana), Tottavilla (Lullula arborea) e Succiacapre (Caprimulgus europaeus). Non mancano Usignolo, Picchio verde, Picchio rosso, Torcicollo, Codirosso, Gufo comune, Assiolo, Barbagianni e alcune Silvie. È presente il Tritone crestato e, tra i rettili, il Saettone Elaphe longissima. Vanno citati infine vari invertebrati di interesse naturalistico, dal Lepidottero Eterocero Euplagia quadripunctaria (di interesse prioritario), al Cervo volante (Lucanus cervus) e al Cerambice Eroe (Cerambix cerdo), coleotteri legato agli ambienti forestali.
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Altre emergenze | Sito caratterizzato dalla presenza di un lembo residuo di bosco su paleoconoide con terreni acidi a Quercus petraea compreso in una vasta area mediamente coltivata e pascolata e anfiteatri calanchivi. Il sito si estende sulla fascia pedecollinare forlivese intorno ai 300-400 m di quota lungo lo spartiacque tra i fiumi Rabbi e Bidente.
| Criticità | Il sito si caratterizza per la presenza di un lembo residuo di bosco a Rovere (Quercus petraea) con Cerro e Roverella su suoli acidi (zona Fiordinano). Altri boschetti a dominanza di Roverella su terreni viceversa a reazione basica sono localizzati più a sud lungo il medesimo spartiacque dove affiorano mollasse e conglomerati. La porzione centrale in sponda destra del fiume Rabbi e in sponda sinistra del fiume Bidente è caratterizzata dal tipico paesaggio naturale dei calanchi con ambienti prativi aridi alternati ad arbusteti e piante sparse di Quercus pubescens, Acer campestre, Ulmus minor; abbondante la presenza di orchidacee e piante mediterranee tra cui Cistus incanus. La proposta di istituzione ha due motivazioni prevalenti: - l’inclusione di territori di elevato valore naturalistico in relazione all’ubicazione del sito (zone pedecollinari a ridosso dei centri urbani di Meldola-Predappio-Cusercoli e a coltivazione intensiva); - la presenza di specie di interesse prioritario ("Direttiva Uccelli", "Direttiva Habitat: allegato II e IV") tra cui Tritone crestato (Triturus carnifex), Albanella minore (Circus pygargus), Averla piccola (Lanius collurio), Succiacapre (Caprimulgus europaeus), Tottavilla (Lullula arborea) Cervo volante (Lucanus cervus), Cerambice delle querce (Cerambyx cerdo). La presenza accertata delle specie di cui sopra necessita per la salvaguardia, di una gestione complessiva degli agroecosistemi che solo l’appartenenza all’interno di un potrà garantire. Infatti solo l’incentivo, nei terreni adibiti a coltura e pascolo, delle pratiche di coltivazione e pascolamento a basso o nullo impatto ambientale, quali il ripristino della tradizionale rotazione agraria, l’estensivazione colturale, l’agricoltura biologica potrà garantire la conservazione delle specie Prioritarie. |
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Corpi idrici ricadenti nel sito |
Corpi idrici Fiumi |
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Corpi idrici Transizione |
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Corpi idrici Laghi |
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Corpi idrici Mare |
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Note |
La collocazione nella fascia pedemontana genera una situazione di vulnerabilità delle specie e degli habitat in quanto il territorio è soggetto ad ogni genere di pressione ed impatto di tipo antropico (agricoltura non eco-compatibili, caccia, bracconaggio, pascolo eccessivo, ecc.). Pratiche agricole non orientate distruggono specie di interesse conservazionistico (per es. distruzione dei nidi di Albanella minore durante sfalci di vegetazione, distruzioni delle siepi per l’Averla piccola). Inquinamento idrico legato sia agli insediamenti che all’uso pesticidi in agricoltura. Estensione limitata delle aree a bosco. Limitata disponibilità di cavità arboree utili al ciclo biologico di uccelli, chirotteri, mammiferi arboricoli e insetti. Limitata disponibilità di habitat riproduttivi per gli Anfibi e gli Invertebrati acquatici. |
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Stato/Obiettivo area protetta |
stato |
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obiettivo |
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stato potenziale |
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Valutazione d’incidenza |
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Misure riguardanti la matrice acqua correlata al sito |
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stampato il 18/04/2024 |
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