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Piano di Gestione delle Acque (Dir. 2000/60/CE)

Elenco totale
Distretto Idrografico dell’Appennino Settentrionale
ImmagineAutorità di Bacino del Fiume Arno

Piano di Gestione delle Acque (Dir. 2000/60/CE) Valutazione di incidenza delle aree protette :: Schede di sintesi
 
Careste presso Sarsina  [IT4080010]
Informazioni generali
Codice AreaIT4080010
RegioneEmilia-Romagna
Area totale5.07 kmq
Superfice nel bacino5.07 kmq
Area 100%
Tipologia SIC (sito importanza comunitaria)
Subunità BACINI ROMAGNOLI
Idroecoregione APENNINES N
Natura 2000Standard Data Form
Priorità --
Caratteristiche
area protetta

Info
Il sito comprende un’area submontana tipica dell’Appennino cesenate, collocata tra Borello e Savio all’altezza di Sarsina (FC).
Attorno all’aereo, semicircolare contrafforte di Careste, che degrada a Nord verso il Rio Cella-Ranchio e a Sud verso il Rio Molinello con le sue celebri marmitte dei Giganti presso Sarsina, si sviluppano versanti arenacei a forte componente marnoso-calcarea sui quali si alternano, in un una complessa mosaicatura, ambienti collinari un tempo coltivati e foreste submontane più fresche, il tutto inciso da vallecole a tratti scoperte da intensa erosione.
L’area, capillarmente colonizzata da insediamenti rurali in un passato anche recente, fa parte del più vasto complesso demaniale regionale "Foresta di Careste-Sarsina", del quale occupa quasi per intero la porzione settentrionale.
I boschi, che coprono oltre il 50% dell’area, prevalentemente con cedui anche invecchiati di latifoglie dei querceti misti, presentano in realtà uno sviluppo abbastanza modesto, con frequenti rinfoltimenti ed ampliamenti operati tramite conifere (Pino nero e silvestre soprattutto) di non eccelso vigore.
Praterie e incolti si alternano a garighe, cespuglieti ed arbusteti, soprattutto di ginepro, di chiara influenza mediterranea lungo le esposizioni calde, dando luogo ad habitat particolarmente adatti alla diffusione di orchidee, per le quali il sito rappresenta una delle aree più pregevoli dell’intera regione.
La gestione del sito non presenta ostacoli o rischi rilevanti essendo l’area interessata da ridotta pressione antropica e da un piano d’assestamento forestale che riguarda l’area demaniale, quindi gran parte del sito, e che potrà provvedere ad incrementare a fini faunistici il numero di alberi grandi o marcescenti con cavità utili alla fauna.
Dieci habitat d’interesse comunitario, dei quali tre prioritari, rivestono complessivamente circa un quarto della superficie del sito, con prevalenza per i tipi di prateria e arbusteto.

Emergenze
Vegetazione
I boschi, indubbiamente alterati dalle ripetute, intense ceduazioni, sono dominati dal Carpino nero, con frequenti Roverella (per lo più rilasciata come matricina) e Orniello oltre a saltuari Cerro, Castagno, sorbi e aceri (opalo e campestre). Più interessanti sono le formazioni arbustive, variate e spesso inframmezzate a praterie semiaride, e le garighe.
Queste formazioni vegetano in differenti stadi evolutivi per lo più rallentati da generali condizioni di scarsa fertilità.
Il Ginepro comune è probabilmente la specie più diffusa, insieme alla Ginestra odorosa; non manca il Ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus var. rufescens) nei settori più caldi, anche curiosamente associato, in radi aggruppamenti su suoli rocciosi e decarbonatati, a Polygala chamaebuxus e Calluna vulgaris, specie nordeuropee di climi più freschi, oppure a Cistus incanus e Cotynus coggygrya, marcatamente termofili.
Evidentemente qui si conservano consociazioni affatto comuni di specie a distribuzione relittuale, incontratesi in tempi e modi diversi ma ancora compresenti in plaghe a bassa entropia e ridotta concorrenza interspecifica.
L’intero sito rappresenta inoltre la situazione ideale per una famiglia di specie abbastanza neglette quali le orchidee, che presentano qui diffusione e ricchezza di specie davvero non comuni, anche sotto la copertura spesso rada degli impianti di conifere.
Tra le più rappresentative vanno ricordate Aceras antropophorum, Himantoglossum adriaticum, Serapias spp. e quasi tutte le Ophrys presenti in Regione. Sono infatti per la maggior parte orchidee le ben 36 specie diverse registrate nell’area dal Censimento - Atlante della Flora protetta della Regione Emilia-Romagna (1996).

Fauna
Per l’avifauna, nidificano Tottavilla (Lullula arborea) e Averla piccola (Lanius collurio), oltre ad una decina di specie comuni negli habitat agricoli e di ecotono forestale della pianura e bassa collina. Tra i Mammiferi, presenti Istrice, Quercino (Eliomys quercinus) e Puzzola (Mustela putorius).
I vertebrati minori annoverano il Tritone crestato (Triturus carnifex) di interesse comunitario, oltre a Colubro di Esculapio e Raganella.
Tra gli Invertebrati sono presenti gli insetti Percus passerinii, Isotomus barbarae, Nebria fulviventris. Un censimento faunistico aggiornato, con particolare riguardo ai chirotteri forestali, potrà meglio definire presenze probabili non ancora accertate.

Altre emergenze
Zona remota e selvatica della bassa montagna cesenate caratterizzata da antichi insediamenti rurali alternati a boschi mesofili e termofili e da consistenti lembi di vegetazione mediterranea su versanti più caldi.
Estesi arbusteti con prevalenza di Juniperus oxycedrus e praterie termoxerofile con fauna soprattutto ornitica correlata. Il sito fa parte di un complesso forestale demaniale a partire dagli anni ’70 circa.

Criticità
Vegetazione e Flora protetta (specialmente orchidee) di tipo submediterraneo con alcuni interessanti relitti alpini.
Corpi idrici
ricadenti nel sito
Corpi idrici Fiumi  - 
Corpi idrici Transizione  - 
Corpi idrici Laghi  - 
Corpi idrici Mare  - 
Note Impianti silvicolturali su brometi e praterie con Juniperus (Cupressus sempervirens, Cedrus deodara, Pinus nigra): controllo dell’evoluzione negli habitat a forte dinamismo e difesa degli ecotoni.
Controllo della transitabilità sulle strade forestali. Caccia e bracconaggio.
Stato/Obiettivo
area protetta
stato
obiettivo
stato potenziale
Valutazione d’incidenza
Misure riguardanti la matrice acqua correlata al sito
 
stampato il 27/04/2024