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Piano di Gestione delle Acque (Dir. 2000/60/CE)

Elenco totale
Distretto Idrografico dell’Appennino Settentrionale
ImmagineAutorità di Bacino del Fiume Arno

Piano di Gestione delle Acque (Dir. 2000/60/CE) Valutazione di incidenza delle aree protette :: Schede di sintesi
 
Pietramora, Ceparano, Rio Cozzi  [IT4080007]
Informazioni generali
Codice AreaIT4080007
RegioneEmilia-Romagna
Area totale19.55 kmq
Superfice nel bacino19.55 kmq
Area 100%
Tipologia SIC (sito importanza comunitaria)
Subunità BACINI ROMAGNOLI
Idroecoregione APENNINES N
Natura 2000Standard Data Form
Priorità Priorità bassa
Caratteristiche
area protetta

Info
Il sito, localizzato nella collina romagnola a cavallo tra le province di Ravenna e Forlì-Cesena, comprende l’emergenza rocciosa calcarea dello "spungone", calcarenite organogena pliocenica, nel suo tratto più continuo e rilevante che si estende parallelamente alla Via Emilia dal torrente Marzeno fino al Montone.
Geomorfologicamente paragonabile alla Vena del Gesso, della quale rappresenta una ideale continuità geografica verso Est, la "catena dello spungone" si estende longitudinalmente come un baluardo emergente dalle circostanti argille calanchive, anch’esse plioceniche, ed è tagliata trasversalmente dalla forra del Rio Albonello e dalla stretta del Torrente Samoggia, considerabili tra le aree naturalistiche più importanti.
Lo Spungone è un calcare eterogeneo, da compatto e solido a sabbioso ed estremamente friabile, a tratti ricchissimo di fossili e non più interessato oggi da forme di attività estrattiva ma, all’opposto, fonte storica di materiali (macine, conci per costruzioni) solo recentemente accertate ed indagate.
Rupi, forre, cenge e affioramenti di diverso tipo caratterizzano forme di paesaggio variate e tutte improntate ad una naturalità tipica. Il sito si estende a Nord-Ovest di Castrocaro a ricomprendere una vasta e caratteristica zona calanchiva. Gli ambienti dello "spungone", pur presentando tratti con diversi gradi di antropizzazione, rivelano aspetti di relativa integrità, settori impervi e una notevole varietà dovuta alla frammentazione e all’alternarsi di ambienti differenti, spesso con elevata biodiversità.
Diffusi sono i caratteri mediterranei e una certa acidofilìa determinata dalla disgregazione della roccia, per lo più sabbiosa e friabile, che tende a originare substrati calciocarenti, e non mancano aree fresche con flora marcatamente mesofila.
La copertura forestale si estende su circa un terzo del sito, per metà costituita da boschi dell’orizzonte dei querceti misti, per metà da arbusteti molto diversificati.
Praterie aride e mesiche, coltivi (almeno un quarto della superficie) e ambienti rocciosi completano il panorama. Questi ultimi ospitano alcune grotte poco estese in profondità (la roccia è scarsamente carsificabile), per lo più seminaturali per storici adattamenti antropici, con notevole interesse archeologico e faunistico legato soprattutto alla presenza di chirotteri.
Sul sito grava indubbiamente una certa pressione antropica dovuta alla vicinanza di centri abitati, ad attività agricole, alla localizzazione sulla vetta più alta (M.Castellaccio 509 m s.l.m.) di una selva di antenne e ripetitori. Tredici habitat di interesse comunitario, dei quali cinque prioritari, ricoprono meno del 20% della superficie del sito. Sono prevalenti quelli forestali, rocciosi ed erbacei, non mancano quelli arbustivi o legati alla presenza dell’acqua.

Emergenze
Vegetazione
I boschi, quasi esclusivamente cedui, sono dominati da Roverella e Carpino nero. Compaiono il Leccio in esposizione meridionale (molto raro), Cerro, Carpino bianco e Tiglio in alcune aree particolarmente fresche.
Una stazione di forra con flora marcatamente mesofila è caratterizzata dal raro Borsolo (Staphylea pinnata). Gli arbusteti, a impronta mediterranea, annoverano la diffusione del Ginepro (è presente anche la specie oxycedrus var. rufescens) e dell’Erica arborea (a Pietramora si rinviene anche - rarissima in Emilia-Romagna - Erica scoparia), caratteristiche macchie di Cistus incanus e abbondanza di Euonymus europaeus e Ligustrum vulgare. Meno evidenti che nei Gessi, sugli anfratti rocciosi vegetano gruppi di felci, tipicamente il Capelvenere e la Lingua cervina (Phyllitis scolopendrium), mentre in più aperta esposizione spicca Capparis spinosa, quantomeno insolito a livello spontaneo a queste latitudini.
Tra le specie protette dalla L.R.2/77, sono presenti anche Galanthus nivalis, Lilium croceum, Dianthus carthusianorum e numerose orchidee, tra le quali Epipactis helleborine, E. microphylla, E. mulleri, Ophrys bertolonii, O. fuciflora, O. apifera, Limodorum abortivum, Dactylorhiza sambucina.
Antiche segnalazioni riportano anche, non più avvistata, Neotinea intacta; è confermata una recente segnalazione di Serapias neglecta, la prima in Romagna per questo subendemismo italico, a gravitazione ligure-mediterranea, rarissimo in regione. Gli ultimi approfondimenti su alcune praterie del sito ricchissime di orchidee hanno consentito il reperimento anche di Serapias vomeracea, S. lingua e Orchis papilionacea.

Fauna
Il sito è relativamente ricco di specie faunistiche mediterranee. Di rilievo è la presenza di colonie riproduttive e siti di riposo e svernamento di Chirotteri legati ad habitat di grotta, con una decina di specie, delle quali sei di interesse comunitario: Ferro di Cavallo minore (Rhinolophus hipposideros), Ferro di Cavallo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum), Vespertilio maggiore (Myotis myotis), Vespertilio di Blith (Myotis blythii), Vespertilio smarginato (Myotis emarginatus), Miniottero (Miniopterus schreibersi).
Sono presenti anche l’Orecchione meridionale (Plecotus austriacus), Myotis nattereri, Eptesicus serotinus, Pipistrellus kuhli e P. savii. Altri mammiferi presenti sono Istrice, Quercino (Eliomys quercinus), Puzzola (Mustela putorius) e Faina (Martes foina), oltre all’onnipresente Ghiro (Glis glis).
L’avifauna fa registrare elevata densità di Ortolano (Emberiza hortulana) e di altre specie tipiche dell’ambiente calanchivo (Albanella minore, Succiacapre, Calandro, Averla piccola).
L’area è frequentata a fini trofici da diverse specie di rapaci di interesse comunitario (Smeriglio, Aquila reale, Nibbio bruno, Pecchiaiolo, Albanella reale e Gufo reale); di particolare interesse è la nidificazione di Pellegrino e, da accertare ultimamente, lo è stato in passato, Gufo reale. Altre specie interessanti, di ambiente termofilo collinare, sono Passero solitario (Monticola solitarius), Bigia grossa (Sylvia hortensis), Averla capirossa (Lanius senator), Gruccione (Merops apiaster). Sono presenti colonie di Topino (Riparia riparia).
L’erpetofauna conta la presenza di Raganella e Colubro di Esculapio, non manca il Tritone crestato (Triturus carnifex) e merita di essere cercata Bombina pachypus.
Tra gli invertebrati, sono segnalati il Lepidottero Eterocero Euplagia quadripunctaria (di interesse prioritario), il Cervo volante (Lucanus cervus), coleottero legato agli ambienti forestali, e il Lepidottero Ropalocero Zerynthia polyxena. .

Altre emergenze
Il sito comprende l’emergenza rocciosa calcarea dello "spungone", divisa in due tronconi dal Rio Albonello, e prosegue verso est nella zona di calanchi nei pressi di Castrocaro attraversati dal torrente Samoggia.
Include l’abitato rinascimentale di Terra del Sole.

Criticità
Importante sito per alcune specie di Chiroptera presenti nel castello e nei bastioni di Terra del Sole, oltre che nelle molte cavità dello "spungone".
Elevata densità di Emberiza hortulana e presenza delle specie ornitiche tipiche dell’ambiente calanchivo (Circus pygargus, Caprimulgus europaeus, Anthus campestris, Sylvia hortensis, Lanius collurio).
Corpi idrici
ricadenti nel sito
Corpi idrici Fiumi
[IT-8-0803000000001ER] T. MARZENO Stato
ECO
CHIM
Obiettivo
ECO Art. 4.4 Costi sproporz. (buono al 2021)
CHIM Nessuna esenzione (buono al 2015)
[IT-8-0803030000001ER] R. ALBONELLO Stato
ECO
CHIM
Obiettivo --
[IT-8-0803030000002ER] R. ALBONELLO Stato
ECO
CHIM
Obiettivo
ECO Art. 4.4 Costi sproporz. (buono al 2027)
CHIM Nessuna esenzione (buono al 2015)
[IT-8-0803040000002ER] T. SAMOGGIA 1 Stato
ECO
CHIM
Obiettivo --
Corpi idrici Transizione  - 
Corpi idrici Laghi  - 
Corpi idrici Mare  - 
Note Caccia e bracconaggio.Disturbo antropico ("palestra di roccia" del C.A.I.).Agricoltura (distruzione dei nidi di Circus Pygargus).
Inquinamento idrico.Eventuale restauro del castello e dei bastioni di Terra del Sole con conseguente distruzione delle colonie di Chiroptera.
Frequentazione speleologica degli habitat ipogei.
Stato/Obiettivo
area protetta
statobuono
obiettivoArt. 4.4 2021
stato potenzialesufficiente
Valutazione d’incidenzapositiva
Misure riguardanti la matrice acqua correlata al sito
[01] POINT
5 interv.
[02] NUTR
26 interv.
[03] PEST
11 interv.
[04] CONTAM
[05] LONG
1 interv.
[06] HYDROM
21 interv.
[07] FLOW
8 interv.
[08] IRRIG
8 interv.
[09] PRIC.HH[10] PRIC.IND[11] PRIC.AGR[12] ADV.AGR
6 interv.
[13] WAT.PROT[14] KNOW
9 interv.
[15] EMISS
4 interv.
[16] IND.WWT
[17] SOIL
5 interv.
[18] ALIEN[19] RECREAT[20] FISHING
[21] POLLUT[22] FOREST[23] RETENT[24] CLIM.CHG
stampato il 29/03/2024