Caratteristiche area protetta |
Info | È il sito montano più esteso della regione e fa parte di un sistema di siti Natura 2000 dell’Appennino tosco-romagnolo tutti ricadenti nella foresta più grande d’Italia, nota come "Foreste Casentinesi". Il sito si estende lungo le parti alte dei bacini del Montone, del Rabbi e dei tre Bidenti, comprendendo una vastissima area submontana ad andamento parallelo al crinale appenninico, che tocca solo all’estremità orientale, presso il Passo del Lupatti. Caratteristica del settore occidentale del sito è la presenza di montagne (il Gemelli, il Guffone-Fratta) che, pur disposte lungo i contrafforti che separano le valli, per ragioni tettoniche risultano più alte dei corrispondenti tratti di crinale (esterni al sito, in territorio toscano). Il settore orientale si snoda ai piedi del crinale tosco-romagnolo e vi è compreso anche il vasto lago artificiale formato dalla diga di Ridracoli. Tutta l’area insiste sulla Formazione Marnoso-Arenacea Romagnola (Miocene), caratterizzata dalla continua alternanza di strati più duri (arenacei) e teneri ed erosi (marne), che determinano affioramenti caratteristici e talora scarpate notevoli. Il sito è caratterizzato da faggete, quasi tutte a fustaia per conversione di vecchi cedui, e boschi misti mesofili, tra i quali ostrieti, cerreti, boschi di roverella e qualche castagneto. Non mancano zone rupestri, rimboschimenti, prevalentemente di conifere, e infine pascoli, in generale regresso per progressivo abbandono delle pratiche zootecniche tradizionali e generalmente in evoluzione a praterie arbustate, derivate per lo più dalla rinaturalizzazione di ex-coltivi ed ex-pascoli. Il sito è quasi totalmente (99%) incluso nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Una notevole porzione del sito è su terreni di proprietà demaniale (11.242 ha).
| Emergenze |
| Habitat Natura 2000. 16 habitat di interesse comunitario, 6 dei quali prioritari, coprono circa il 54% della superficie del sito. Prevalgono gli habitat forestali (7) e quelli erbaceo-arbustivi (5); formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) con stupenda fioritura di orchidee, foreste di versante, ghiaioni, valloni del Tilio-Acerion, foreste degli Appennini di Abies alba e faggeti di Abies nebrodensis sono i principali distinti per priorità di tutela, acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp.,lande secche europee, formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli, bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie igrofile, praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis), faggeti calcicoli dell’Europa Centrale del Cephalanthero-Fagion, foreste di Castanea sativa, sorgenti pietrificanti con formazione di tufo (Cratoneurion) mosaicano in maniera complessa un territorio poco marcato dalla presenza umana se non da una capillare rete di insediamenti rurali tradizionali, antichi e quasi tutti in rovina. Recenti ricerche indicano la presenza anche dei seguenti habitat di interesse comunitario: fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix elaeagnos, rocce silicee con vegetazione pioniera del Sedo-scleranthion o del Sedo albi-Veronicion dillenii. Specie vegetali. Nessuna specie di interesse comunitario. Tra le specie di interesse conservazionistico presenti sono da segnalare Epipactis viridiflora (= E. purpurata) (unica tra le specie del Parco delle Foreste Casentinesi inserita nel Libro Rosso delle Piante d’Italia), Goodyera repens, Listera cordata, Aceras antropophorum, Himantoglossum adriaticum, Serapias vomeracea, Epipactis palustris e quasi tutte le Ophrys sp. presenti in Regione. Mammiferi. Importante sito frequentato regolarmente dal Lupo (specie prioritaria di interesse comunitario) e, in seguito a recenti accertamenti, dal Gatto selvatico. Presenti altre 4 specie di interesse comunitario: Rinolofo minore Rhinolophus hypposideros, Rinolofo maggiore Rhinolophus ferrumequinum, Vespertilio maggiore Myotis myotis e Vespertilio smarginato Myotis emarginatus. Uccelli. L’avifauna è particolarmente ricca di specie legate alle praterie e ai boschi maturi. Sono regolarmente presenti 8 specie di interesse comunitario, di cui 7 nidificanti (Falco pecchiaiolo, Falco pellegrino, Gufo reale, Succiacapre, Calandro, Tottavilla, Averla piccola). Individui di Aquila reale immaturi e/o nidificanti in siti contigui e vicini sono presenti tutto l’anno. Tra i nidificanti vi sono anche specie rare e/o minacciate a livello regionale quali Astore e Codirossone. Una lunga serie di anfibi e rettili, pesci e soprattutto invertebrati completa un quadro faunistico molto ricco di specie e relazioni con l’ambiente, nell’ambito delle quali emerge l’abnorme, complesso popolamento di ungulati: cinghiali, cervi, daini, caprioli e qualche muflone sono una risorsa ma anche un problema per squilibri da affrontare e controllare in maniera mirata e costantemente monitorata. Anfibi. Presenti importanti popolazioni di 3 specie di interesse comunitario: Salamandrina dagli occhiali Salamandrina terdigitata, Ululone appenninico Bombina pachypus e Tritone crestato Triturus carnifex. Da segnalare anche la Rana appenninica Rana italica. Pesci. Segnalate 2 specie di interesse comunitario: Barbo Barbus plebejus e Vairone Leuciscus souffia. Invertebrati. Tra le specie di interesse comunitario, oltre al Gambero di fiume Austropotamobius pallipes e al Mollusco Gasteropode Vertigo angustior (specie in pericolo di estinzione a livello europeo) vi sono 5 specie di Insetti: i Lepidotteri Eteroceri Eriogaster catax e Euplagia quadripunctaria, specie prioritaria; l’Imenottero solitario Osmoderma eremita, specie prioritaria; i Coleotteri forestali Lucanus cervus e Rosalia alpina, specie prioritaria. Presenti nell’area protetta anche diverse specie di interesse conservazionistico come i Coleotteri Carabidi Calosoma sycophanta, Trechus doderoi doderoi, Trechus zangherii, Duvalius iolandae.
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Altre emergenze | Area dell’Appennino romagnolo su substrato marnoso arenaceo caratterizzata da faggete, quercete, boschi misti mesofili, pascoli, zone rupestri e praterie arbustate.
| Criticità | Specie animali: Coronella girondica, specie presente con distribuzione altamente frammentata lungo la fascia mediomontana e collinare. Specializzata ad habitat xerici. Scarse conoscenze sulla distribuzione ed ecologia di popolazione.Catocala fraxini, sebbene diffusa su un ampio areale la specie non è frequente anche perchè molto ricercata dai collezionisti. Si sviluppa su Pioppi, oltre che su Frassino e altre latifoglie, ma in Italia sembra mal tollerare le estese e profonde trasformazioni agricolturali della pianura ed ha pertanto popolazioni molto localizzate, generalmente nell’orizzonte sub-montano.Aglia tau, le popolazioni dell’Appennino Romagnolo rappresentano un isolato relitto, essendo la specie limitata, in Italia, all’arco alpino e alle Prealpi Venete. È associata prevalentemente al Faggio, pur potendosi sviluppare anche su altre latifoglie. Sito frequentato regolarmente come territorio di caccia da Canis lupus.Importante per Salamandrina terdigitata e Bombina variegata, data la buona qualità dell’habitat. Sito di Vertigo angustior. |
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