Informazioni generali |
Codice Area | IT4070025 | Regione | Emilia-Romagna | Area totale | 10.98 kmq | Superfice nel bacino | 10.98 kmq | Area | 100% |
Tipologia |
SIC (sito importanza comunitaria)
|
Subunità |
BACINI ROMAGNOLI RENO |
Idroecoregione | APENNINES N | Natura 2000 | Standard Data Form |
Priorità |
-- |
|
|
|
Caratteristiche area protetta |
Info | Si tratta della porzione ravennate, quindi faentina per collocazione topografica, dei calanchi più tipici della formazione delle Argille azzurre plioceniche. Il sito è composto da tre aree separate dai fondovalle Sintria e Senio, identificabili da Est come zone Monte Rinaldo, Rio Cugno e Monte Roso, distribuite lungo la fascia collinare bassa. I calanchi sono caratterizzati da brulle forme erosive estremamente plastiche dopo le piogge e all’opposto irrigidite e riarse nei periodi secchi. Queste problematiche condizioni limitano le forme vegetative a praterie discontinue caratterizzate da specie annuali su forti pendenze e orli (parte alta del calanco) e da specie perenni nella parti basse a minor pendenza. La collocazione immediatamente a valle del boscoso versante settentrionale dei Gessi determina interessanti e caratteristiche forme di contrasto tra ambienti lussureggianti (a monte) e situazioni solo apparentemente povere e stentate come quelle riscontrabili lungo le plaghe argillose della collina faentina. Il tipico paesaggio dei calanchi, brullo e denudato, connota una serie di importanti geositi riguardanti le argille depositate sui fondali marini di 5-2 milioni di anni fa, con ricchi depositi fossiliferi e altre caratterizzazioni mineralogiche, geolitologiche e morfologiche (cappelli di sabbia e ghiaia) di grande rilievo scientifico non disgiunte da particolarità storiche, colturali e culturali, che vanno dall’estrazione di materiale per le produzioni ceramiche alle forme ormai in gran parte abbandonate di colonizzazione agricola. Anche la componente ambientale, al di là delle apparenze, contiene caratteristiche e particolarità di rilievo. Adattamenti di tipo alofitico, presenze endemiche, forte caratterizzazione del paesaggio e lenta evoluzione delle cenosi, mantenute allo stadio pionieristico in situazione di rifugio per flora e fauna sostanzialmente specializzate, si combinano con interessanti variazioni dovute alla diffusione di specchi d’acqua (il substrato è assolutamente impermeabile), cappellacci sabbiosi d’origine quaternaria in grado di ospitare isolotti forestali di querceto xerofilo e caratteristici, tenaci arbusteti di ginestra odorosa là dove si attenua la precarietà delle condizioni edafiche. La comoda accessibilità del contesto collinare e la buona fertilità dei terreni (solo da alcuni punti di vista chimici) hanno da sempre indotto una certo uso agricolo, previe radicali trasformazioni operate dalla ormai storica bonifica montana, tuttavia i pochi insediamenti rurali non hanno potuto controllare la regimazione idrica e ammendare a sufficienza i terreni. Colture più spesso estensive di tipo erbaceo si alternano ad anfiteatri calanchivi che tendono all’espansione in caso di abbandono e ad una conseguente rinaturalizzazione. La presenza di colture estensive e di piccole sparse riserve d’acqua alternate ai calanchi comporta ulteriori risorse per la fauna, nello specifico avicola e minore, ricca e stabile, e va considerata nel complesso sostenibile se non addirittura auspicabile. La diffusione di sei diversi habitat d’interesse comunitario, tre di tipo erbaceo o arbustivo e tre legati alla presenza dell’acqua in contesto ripariale o di piccoli stagni, supera di poco la metà dell’intera superficie del sito.
| Emergenze |
| Si tratta della porzione ravennate, quindi faentina per collocazione collinare, dei calanchi più tipici della formazione delle Argille azzurre plioceniche, caratterizzati da brulle forme erosive estremamente plastiche dopo le piogge e all’opposto irrigidite e riarse nei periodi secchi. Queste problematiche condizioni limitano le forme vegetative a praterie discontinue caratterizzate da specie annuali su forti pendenze e orli (parte alta del calanco) e da specie perenni nelle parti basse a minor pendenza. La collocazione immediatamente a valle del boscoso versante settentrionale dei Gessi determina interessanti e caratteristiche forme di contrasto.
|
|
Altre emergenze |
| Criticità | Adattamenti di tipo alofitico, presenze endemiche, forte caratterizzazione del paesaggio e lenta evoluzione delle cenosi, mantenute allo stadio pionieristico in situazione di rifugio per flora e fauna sostanzialmente specializzate, si combinano con interessanti variazioni dovute alla diffusione di specchi d’acqua (il substrato è assolutamente impermeabile), cappellacci sabbiosi d’origine quaternaria in grado di ospitare isole forestali di querceto xerofilo e caratteristici, tenaci arbusteti di ginestra odorosa là dove si attenua la precarietà delle condizioni edafiche. I calanchi sono di fondamentale importanza per la nidificazione di Circus pygargus ( e per altre specie legate a questi ambienti: Caprimulgus europaeus, Lullula arborea, Anthus campestris, Lanius senator) |
|
Corpi idrici ricadenti nel sito |
Corpi idrici Fiumi |
[IT-8-0623020000005ER] T. SINTRIA |
Stato |
| Obiettivo |
ECO |
Art. 4.4 Costi sproporz. (buono al 2027) |
CHIM |
Nessuna esenzione (buono al 2015) |
|
|
Corpi idrici Transizione |
- |
Corpi idrici Laghi |
- |
Corpi idrici Mare |
- |
|
Note |
Le radicali trasformazioni agricole operate dalla ormai storica bonifica montana non hanno prodotto gli effetti desiderati: in moltissimi casi gli insediamenti rurali non hanno potuto controllare la regimazione idrica e ammendare a sufficienza i terreni. Colture più spesso estensive di tipo erbaceo si alternano ad anfiteatri calanchivi la cui eventuale trasformazione agricola va considerata non più perseguibile. All’opposto, la presenza di colture estensive e di piccole sparse riserve d’acqua alternate ai calanchi comporta ulteriori risorse per la fauna, nello specifico avicola e minore, ricca e stabile. In agricoltura, c’è rischio di distruzione dei nidi di Circus pygargus. |
|
|
Stato/Obiettivo area protetta |
stato | scadente
|
obiettivo | Art. 4.4 2027
|
stato potenziale | pessimo
|
Valutazione d’incidenza | positiva
|
|
Misure riguardanti la matrice acqua correlata al sito |
|
stampato il 26/04/2024 |
|