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Piano di Gestione delle Acque (Dir. 2000/60/CE)

Elenco totale
Distretto Idrografico dell’Appennino Settentrionale
ImmagineAutorità di Bacino del Fiume Arno

Piano di Gestione delle Acque (Dir. 2000/60/CE) Valutazione di incidenza delle aree protette :: Schede di sintesi
 
CALANCHI PLIOCENICI DELL’APPENNINO FAENTINO  [IT4070025]
Informazioni generali
Codice AreaIT4070025
RegioneEmilia-Romagna
Area totale10.98 kmq
Superfice nel bacino10.98 kmq
Area 100%
Tipologia SIC (sito importanza comunitaria)
Subunità BACINI ROMAGNOLI
RENO
Idroecoregione APENNINES N
Natura 2000Standard Data Form
Priorità --
Caratteristiche
area protetta

Info
Si tratta della porzione ravennate, quindi faentina per collocazione topografica, dei calanchi più tipici della formazione delle Argille azzurre plioceniche.
Il sito è composto da tre aree separate dai fondovalle Sintria e Senio, identificabili da Est come zone Monte Rinaldo, Rio Cugno e Monte Roso, distribuite lungo la fascia collinare bassa.
I calanchi sono caratterizzati da brulle forme erosive estremamente plastiche dopo le piogge e all’opposto irrigidite e riarse nei periodi secchi. Queste problematiche condizioni limitano le forme vegetative a praterie discontinue caratterizzate da specie annuali su forti pendenze e orli (parte alta del calanco) e da specie perenni nella parti basse a minor pendenza.
La collocazione immediatamente a valle del boscoso versante settentrionale dei Gessi determina interessanti e caratteristiche forme di contrasto tra ambienti lussureggianti (a monte) e situazioni solo apparentemente povere e stentate come quelle riscontrabili lungo le plaghe argillose della collina faentina.
Il tipico paesaggio dei calanchi, brullo e denudato, connota una serie di importanti geositi riguardanti le argille depositate sui fondali marini di 5-2 milioni di anni fa, con ricchi depositi fossiliferi e altre caratterizzazioni mineralogiche, geolitologiche e morfologiche (cappelli di sabbia e ghiaia) di grande rilievo scientifico non disgiunte da particolarità storiche, colturali e culturali, che vanno dall’estrazione di materiale per le produzioni ceramiche alle forme ormai in gran parte abbandonate di colonizzazione agricola.
Anche la componente ambientale, al di là delle apparenze, contiene caratteristiche e particolarità di rilievo.
Adattamenti di tipo alofitico, presenze endemiche, forte caratterizzazione del paesaggio e lenta evoluzione delle cenosi, mantenute allo stadio pionieristico in situazione di rifugio per flora e fauna sostanzialmente specializzate, si combinano con interessanti variazioni dovute alla diffusione di specchi d’acqua (il substrato è assolutamente impermeabile), cappellacci sabbiosi d’origine quaternaria in grado di ospitare isolotti forestali di querceto xerofilo e caratteristici, tenaci arbusteti di ginestra odorosa là dove si attenua la precarietà delle condizioni edafiche.
La comoda accessibilità del contesto collinare e la buona fertilità dei terreni (solo da alcuni punti di vista chimici) hanno da sempre indotto una certo uso agricolo, previe radicali trasformazioni operate dalla ormai storica bonifica montana, tuttavia i pochi insediamenti rurali non hanno potuto controllare la regimazione idrica e ammendare a sufficienza i terreni.
Colture più spesso estensive di tipo erbaceo si alternano ad anfiteatri calanchivi che tendono all’espansione in caso di abbandono e ad una conseguente rinaturalizzazione.
La presenza di colture estensive e di piccole sparse riserve d’acqua alternate ai calanchi comporta ulteriori risorse per la fauna, nello specifico avicola e minore, ricca e stabile, e va considerata nel complesso sostenibile se non addirittura auspicabile.
La diffusione di sei diversi habitat d’interesse comunitario, tre di tipo erbaceo o arbustivo e tre legati alla presenza dell’acqua in contesto ripariale o di piccoli stagni, supera di poco la metà dell’intera superficie del sito.

Emergenze
Si tratta della porzione ravennate, quindi faentina per collocazione collinare, dei calanchi più tipici della formazione delle Argille azzurre plioceniche, caratterizzati da brulle forme erosive estremamente plastiche dopo le piogge e all’opposto irrigidite e riarse nei periodi secchi.
Queste problematiche condizioni limitano le forme vegetative a praterie discontinue caratterizzate da specie annuali su forti pendenze e orli (parte alta del calanco) e da specie perenni nelle parti basse a minor pendenza.
La collocazione immediatamente a valle del boscoso versante settentrionale dei Gessi determina interessanti e caratteristiche forme di contrasto.

Altre emergenze


Criticità
Adattamenti di tipo alofitico, presenze endemiche, forte caratterizzazione del paesaggio e lenta evoluzione delle cenosi, mantenute allo stadio pionieristico in situazione di rifugio per flora e fauna sostanzialmente specializzate,
si combinano con interessanti variazioni dovute alla diffusione di specchi d’acqua (il substrato è assolutamente impermeabile), cappellacci sabbiosi d’origine quaternaria in grado di ospitare isole forestali di querceto xerofilo e caratteristici, tenaci arbusteti di ginestra odorosa là dove si attenua la precarietà delle condizioni edafiche.
I calanchi sono di fondamentale importanza per la nidificazione di Circus pygargus ( e per altre specie legate a questi ambienti: Caprimulgus europaeus, Lullula arborea, Anthus campestris, Lanius senator)
Corpi idrici
ricadenti nel sito
Corpi idrici Fiumi
[IT-8-0623020000005ER] T. SINTRIA Stato
ECO
CHIM
Obiettivo
ECO Art. 4.4 Costi sproporz. (buono al 2027)
CHIM Nessuna esenzione (buono al 2015)
Corpi idrici Transizione  - 
Corpi idrici Laghi  - 
Corpi idrici Mare  - 
Note Le radicali trasformazioni agricole operate dalla ormai storica bonifica montana non hanno prodotto gli effetti desiderati: in moltissimi casi gli insediamenti rurali non hanno potuto controllare la regimazione idrica e ammendare a sufficienza i terreni.
Colture più spesso estensive di tipo erbaceo si alternano ad anfiteatri calanchivi la cui eventuale trasformazione agricola va considerata non più perseguibile.
All’opposto, la presenza di colture estensive e di piccole sparse riserve d’acqua alternate ai calanchi comporta ulteriori risorse per la fauna,
nello specifico avicola e minore, ricca e stabile. In agricoltura, c’è rischio di distruzione dei nidi di Circus pygargus.
Stato/Obiettivo
area protetta
statoscadente
obiettivoArt. 4.4 2027
stato potenzialepessimo
Valutazione d’incidenzapositiva
Misure riguardanti la matrice acqua correlata al sito
[01] POINT
1 interv.
[02] NUTR
11 interv.
[03] PEST
3 interv.
[04] CONTAM
[05] LONG[06] HYDROM
4 interv.
[07] FLOW
1 interv.
[08] IRRIG
2 interv.
[09] PRIC.HH[10] PRIC.IND[11] PRIC.AGR[12] ADV.AGR
2 interv.
[13] WAT.PROT[14] KNOW
2 interv.
[15] EMISS
1 interv.
[16] IND.WWT
[17] SOIL
2 interv.
[18] ALIEN[19] RECREAT[20] FISHING
[21] POLLUT
1 interv.
[22] FOREST[23] RETENT[24] CLIM.CHG
stampato il 26/04/2024