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Piano di Gestione delle Acque (Dir. 2000/60/CE)

Elenco totale
Distretto Idrografico dell’Appennino Settentrionale
ImmagineAutorità di Bacino del Fiume Arno

Piano di Gestione delle Acque (Dir. 2000/60/CE) Valutazione di incidenza delle aree protette :: Schede di sintesi
 
Bacini di Russi e Fiume Lamone  [IT4070022]
Informazioni generali
Codice AreaIT4070022
RegioneEmilia-Romagna
Area totale1.32 kmq
Superfice nel bacino1.32 kmq
Area 100%
Tipologia SIC (sito importanza comunitaria)
ZPS (zona protezione speciale)
SIC (sito importanza comunitaria)
ZPS (zona protezione speciale)
Subunità BACINI ROMAGNOLI
RENO
Idroecoregione PO PLAIN
Natura 2000Standard Data Form
Priorità Priorità bassa
Caratteristiche
area protetta

Info
È il più vasto sito della bassa pianura ravennate esterno al Parco del Delta.
Include il tratto del fiume Lamone, che qui scorre pensile tra alti argini in parte boscati, compreso tra Boncellino e Traversara (c.a 6 km), e si estende nel suo tratto intermedio alle vasche dell’ex zuccherificio, al contesto agricolo del seicentesco grandioso palazzo rurale di S.Giacomo e all’area naturalistica e archeologica della Villa Romana, che si trovano verso oriente all’altezza di Russi.
La bassa pianura russiana, adagiata su terreni molto fini a prevalente composizione argillosa come risultato dell’apporto alluvionale storico del fiume, è profondamente antropizzata e trasformata, con elevate densità abitative e diffuse aziende agricole e industriali.
Permea il paesaggio la cosiddetta "larga", unità colturale vasta e continua che costituisce eccellente riferimento per la fauna ornitica.
All’estremità orientale dell’area, per 17 ettari, è compresa l’Area di riequilibrio ecologico "Villa Romana di Russi", sito naturalistico ricreato nella cava esaurita di argilla dove, nel 1938, vennero scoperte le vestigia di una ricca villa di epoca romana nonché resti e sepolture dell’Età del Ferro.
L’importante ritrovamento archeologico testimonia come la zona, emergente dalle paludi, fosse abitata già 2.700 anni fa, per poi scomparire circa 1.500 anni orsono sotto la coltre delle alluvioni tardoantiche del vicino Fiume Lamone.
All’interno di un ciglio che percorre alla quota della campagna circostante tutto il perimetro, l’area abbina al sito archeologico alcuni ambienti parzialmente rimboschiti e naturalizzati nell’ambito dell’omonima Area di Riequilibrio Ecologico (bosco igrofilo, bosco mesofilo, praterie umide e allagate, prato stabile, stagno) che peraltro riproducono gli ambienti naturali un tempo presenti in zona e occupano avvallamenti e depressioni fino a ben 11 metri sotto il piano di campagna.
Oltre all’Area di Riequilibrio Ecologico "Villa Romana di Russi", il sito include parte della zona di ripopolamento e cattura "S. Giacomo" (7 ha). Ancora fossi e canali con acque ferme o debolmente correnti e canneti completano il quadro degli ambienti, più una porzione di recente acquisizione, destinata al mantenimento di varietà locali e tradizionali di alberi da frutto.
I circostanti coltivi hanno carattere prevalentemente estensivo, mentre la fascia fluviale appare boschiva a Salici e Pioppi. Sei sono gli habitat di interesse comunitario presenti, da quello forestale ripariale ai due habitat di prateria più o meno umida ai tre habitat acquatici, dei quali due di acque ferme e uno adiacente alle acque correnti del Lamone.
Vera e propria "isola naturale" in un intorno intensamente urbanizzato e coltivato, l’area risulta vulnerabile a numerosi fattori antropici che riguardano la gestione della sicurezza idraulica del Lamone e delle limitrofe fasce golenali, dei coltivi, dell’attività venatoria e delle reti tecnologiche (strade, ferrovia, linee aeree) che finiscono coll’interferire con le presenze faunistiche.
Ulteriore fattore di disturbo agli habitat umidi è la presenza di nutrie (Miocastor coypus). La gestione dell’ARE, affidata con convenzione alla ONLUS "Villa Romana" formata da WWF e Legambiente, avviene attraverso un piano di gestione approvato dal comitato scientifico e attuato dal comitato tecnico, col contributo decisivo del volontariato locale.

Emergenze
Vegetazione
Il recupero e la rinaturalizzazione del contesto della "Villa Romana" sono stati compiuti a partire dagli anni ’90 nell’ambito di progetti regionali (L.R. n. 11/88).
Flora e vegetazione attuali sono il risultato di insediamenti preesistenti, colonizzazione spontanea, gestione orientata dei livelli idrici e dei rilievi di scarpata, messa a dimora di numerosi esemplari di specie arboree ed arbustive.
Nel complesso la vegetazione è formata da specie autoctone e tipiche degli ambienti planiziari padani, con l’unica eccezione di pochi esemplari arborei ornamentali entro i confini dell’area archeologica.
La concomitanza di habitat diversi permette la presenza un numero elevato di specie vegetali, molte delle quali reintrodotte: si osservano l’Ontano nero, il Pioppo bianco, il Salice bianco, il Frassino meridionale, la Farnia, l’Acero campestre, il Carpino bianco, la Roverella, la Rovere, il Biancospino, il Pero selvatico, il Prugnolo, l’Evonimo, il Corniolo, la Frangola, l’Agazzino e la Sanguinella.
Nelle zone allagate e negli stagni sono presenti molte specie di idrofite tra le quali: Polygonum, Potamogeton, Lemna, Ceratophyllum. Più appariscenti sono le elofite; in acque abbastanza profonde vegetano due specie di Typha, l’Iris palustre, il giunco e la carice, mentre la cannuccia è dominante nelle acque meno profonde e nei terreni umidi.
L’ambiente ripariale, per quanto alterato e in parte oggetto di recenti sistemazioni a carattere divulgativo, presenta aspetti non meno interessanti: a fianco delle specie arboree ripariali già citate compaiono Aristolochia, Bryonia, Luppolo e Clematis viticella, quest’ultima diffusa anche al margine dei campi.
Di notevole interesse nel sito è la presenza di Leucojum aestivum, il campanellino dei terreni umidi di pianura protetto dalla legislazione regionale e di alcune specie palustri a distribuzione frammentaria o in via di regressione quali, ad esempio, il Lino d’acqua Samolus valerandi, poi Hottonia palustris e l’orchidea Orchis laxiflora.
Una checklist floristica completa e aggiornata è tra gli interventi di studio più opportuni.

Fauna
Gli uccelli sono componente di grande pregio dell’area, con tredici specie di interesse comunitario, delle quali tre nidificanti, proprie degli ambienti umidi d’acqua dolce o aperti anche coltivati (Albanella minore, Averla piccola).
Di particolare interesse la nidificazione di Tarabusino e Cavaliere d’Italia. Sono complessivamente censite oltre 110 specie ornitiche in questo importante sito di sosta e svernamento per Ardeidi e Caradriformi (varie specie di limicoli), e soprattutto per una numerosa e varia comunità di piccoli Passeriformi.
I vertebrati minori annoverano l’importante presenza di Tritone crestato, Testuggine palustre e Cobite comune, oltre a nuclei di Rospo smeraldino, Raganella italica e Biacco.
Va condotto uno studio approfondito delle presenze ittiche caratterizzanti questo tratto del Lamone, mentre tra gli invertebrati è citata la diffusione della sola farfalla Lycaena dispar.

Altre emergenze
Il sito è costituito dal tratto del fiume Lamone di Russi e Bagnacavallo, da Boncellino (limite comunale di Faenza) a Traversara (limite comunale di Ravenna), nel suo tratto centrale attiguo ai bacini dello zuccherificio di Russi e all’Area di Riequilibrio Ecologico "Villa Romana di Russi" che comprende un sito archeologico e un’area umida da ex cave di argilla in rapida e guidata rinaturalizzazione.

Criticità
Specie vegetali RARE e MINACCIATE: Leucojum aestivum. Numerose e in crescita sono le presenze ornitiche.
Corpi idrici
ricadenti nel sito
Corpi idrici Fiumi
[IT-8-08000000000010ER] F. LAMONE Stato
ECO
CHIM
Obiettivo --
[IT-8-0800000000009ER] F. LAMONE Stato
ECO
CHIM
Obiettivo --
Corpi idrici Transizione  - 
Corpi idrici Laghi  - 
Corpi idrici Mare  - 
Note Taglio raso dei boschi ripariali lungo il fiume Lamone: la gestione idraulica e degli argini andrebbe rivista per migliorare la sostenibilità ambientale.
Bracconaggio.
Invasione di neofite.
Variazioni improvvise e consistenti del livello dell’acqua nel periodo marzo-luglio (per esigenze idrauliche e produttive) che causano la distruzione di nidi.
Utilizzo di esche avvelenate per il controllo illegale dei predatori e dei corvidi.
Attività di gestione della vegetazione dei corsi d’acqua molto negativa durante il periodo riproduttivo di fauna e flora.
Stato/Obiettivo
area protetta
statoscadente
obiettivoArt. 4.4 2027
stato potenzialepessimo
Valutazione d’incidenzapositiva
Misure riguardanti la matrice acqua correlata al sito
[01] POINT
2 interv.
[02] NUTR[03] PEST
3 interv.
[04] CONTAM
[05] LONG
1 interv.
[06] HYDROM
16 interv.
[07] FLOW
4 interv.
[08] IRRIG
8 interv.
[09] PRIC.HH[10] PRIC.IND[11] PRIC.AGR[12] ADV.AGR
2 interv.
[13] WAT.PROT[14] KNOW
4 interv.
[15] EMISS
2 interv.
[16] IND.WWT
[17] SOIL[18] ALIEN[19] RECREAT[20] FISHING
[21] POLLUT
2 interv.
[22] FOREST[23] RETENT[24] CLIM.CHG
stampato il 26/04/2024