Caratteristiche area protetta |
Info | Nei pressi della borgata di San Cristoforo di Labante, si trova la Grotta di Labante: si tratta della più grande grotta primaria nei travertini d`Italia, fenomeno geologico naturale quantomai bizzarro e singolare. La sorgente di San Cristoforo di Labante, frequentata fin dall’antichità, è all’origine dell’imponente deposito calcareo di roccia travertinosa, nel quale si è formato un complesso di grotte primarie da tempo noto e studiato, con rupi stillicitose e una spettacolare cascata. Collocata su depositi argillosi della Formazione alloctona di Bismantova, la rupe accompagna la risalita di acque fortemente calcaree che alimentano la spettacolare sorgente e che stanno all’origine del particolarissimo fenomeno carsico, in un ambiente suggestivo e ricco di elementi naturali e storici, di gran pregio anche turistico. È riconoscibile un’ex-cava di travertino a cielo aperto, ormai del tutto rinaturalizzata. Il fenomeno ipogeo, a tutti gli effetti da tutelare quale grotta naturale nonostante una forma di parziale apertura alla visita peraltro priva di impiantistica o attrezzature d’accesso specifiche, consiste in due cavità di notevole sviluppo, dato il tipo carsico specifico, rispettivamente di 51 e 27 metri di sviluppo, con nicchie e ripiani a testimoniare una frequentazione umana prolungata nel tempo. La più grande ha quattro ingressi, un laghetto e pozze d’acqua; la più piccola è più concrezionata e asciutta. Sul Monte Nuvoleti, circa 5 km a Nord-Ovest, si trova un’area carsica su analoga formazione calcarenitica di Bismantova, con doline e forme carsiche di superficie, ma senza fenomeni ipogei finora esplorati. Al geosito di Labante (sorgente, rupe, grotta) si associano gli habitat naturali (rocciosi) e seminaturali (praterie, arbusteti e un boschetto) e una popolazione di Chirotteri troglofili: nonostante la ridotta superficie (meno di cinque ettari) e il contesto collinare (circa 600 m s.l.m.) fortemente antropizzato,permangono 5 habitat d’interesse comunitario dei quali tre collegati al travertino (la grotta 8310, la rupe calcareo travertinosa in facies con vegetazione casmofitica dell’8210 e con muschi su stillicidio del 7220) e due di prateria termoxerofila annuale dei Thero-Brachypodietaea (6220) e perenne del Festuco-Brometalia (6210)
| Emergenze |
| La sorgente di San Cristoforo di Labante è all’origine di un imponente deposito di Travertino in rapida evoluzione, nel quale si è formato un complesso di grotte primarie tra i più grandi nei travertini d’Italia. Presenza di ex-cava di Travertino a cielo aperto
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Altre emergenze | Al geosito (sorgente, rupe, grotta) si associano gli habitat naturali (rocciosi) e seminaturali (praterie) e una popolazione di Chirotteri troglofili.
| Criticità | Problematiche legate alla captazione della sorgente concrezionante. Accesso e fruizione delle grotte. Gestione agroforestale: controllo delle successioni vegetali. Gestione venatoria. |
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