Caratteristiche area protetta |
Info | Il Parco dell’Aveto, situato nell’entroterra del Tigullio, tutela una delle zone più belle e significative dell’Appennino Ligure. Il territorio protetto, poco più di 3000 ettari, interessa tre valli, la Val d’Aveto, la Val Graveglia e la Valle Sturla, che presentano ciascuna caratteri peculiari: paesaggi di alta montagna, pascoli ed estese faggete in Val d’Aveto; prati pascolati, castagneti, noccioleti, orti e uliveti in Valle Sturla e un paesaggio rurale ben conservato a uliveti e vigneti e, soprattutto, una grande varietà di rocce e minerali, e quindi di cave e miniere, in Val Graveglia. Nel comprensorio del Parco si trovano anche diversi "Alberi monumentali", così classificati in base alla L.R. 4/1999, che prevede la tutela e la valorizzazione di questi monumenti viventi. Gli esemplari, plurisecolari, da rispettare e ammirare sono: il Cipresso di Borzone e il Castagno del Poggio (Comune di Borzonasca), la Roverella di Gòsita (Comune di Ne) e la Sequoia gigante di Allegrezze (Comune di S. Stefano d’Aveto). Il Faggio del Monte Zatta (Comune di Mezzanego), noto anche come Faggio 40, recentemente abbattutosi a causa di un’aggressione fungina, è oggi visibile al suolo in tutta la sua imponenza. Esistono altri "Grandi Alberi" sparsi nel territorio del Parco, pur non inseriti nell’elenco ufficiale della Regione; tra questi si possono citare l’Elefante, un grosso castagno nei pressi di Zanoni, le Colonne d’Ercole e il Re della Foresta, giganteschi faggi visibili nella Foresta delle Lame. Questi nomi, ispirati dalla fantasia popolare, ben descrivono l’aspetto caratteristico o imponente di queste piante.
| Emergenze |
| Nell’area è presente uno spartiacque con direzione E-O; sono anche presenti relitti di circhi glaciali, accumuli detritici naturali, estesi affioramenti rocciosi, ed aree piane in quota.Sono inoltre presenti cordoni morenici e morene mascherate da detrito. In corrispondenza del fondovalle si trovano alluvioni sabbioso-ghiaiose non terrazzate. I terreni affioranti appartengono alla formazione di Casanova costituita da arenarie, argilliti, con presenza di marne, calcari marnosi e a palombini; sono anche presenti argilliti conglomerati poligenici, brecce in cui sono incluse masse anche notevoli di ofioliti. Il sito è Parco Naturale Regionale dell’Aveto ex L.R. n° 50 del 19/12/89, L.R. 50/19/12/1989 e succ. modifiche. L’area comprende per intero la Foresta Demaniale Regionale "Le Lame" di 283 ha. (faggeta avviata ad alto fusto con abeti rossi e bianchi) al cui interno si trova la Riserva naturale Statale Moggetto e la Foresta Demaniale Regionale "M. Penna" di 600 ha. (faggeta ad alto fusto). Il sito per le sue caratteristiche ecologiche viene attribuito alla regione biogeografica continentale, anche se ricade per il 30% nella regione mediterranea all’interno dei 7 Km di buffer.
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Altre emergenze |
| Criticità | Si tratta di un’area di altissimo interesse naturalistico, con praterie cacuminali, zone umide e zone rupestri - detritiche di origine glaciale, che comprende le cime appenniniche più elevate della regione. Sono presenti diverse popolazioni isolate di specie a gravitazione alpina che raggiungono i limiti meridionali della loro distribuzione o che hanno qui la loro unica stazione appenninica ed alcuni endemiti (Sedum monregalense, Genista salzmannii, ecc.) di notevole valore, anch’essi al limite di areale o in stazioni disgiunte. Numerosissimi sono anche gli endemiti animali . Notevole interesse hanno gli habitats legati ai substrati ofiolitici (proposti dalla Regione Liguria per l’inclusione nell’All. I della direttiva 92/43 CEE) e quelli già considerati prioritari (per esempio pascoli con significative popolazioni di orchidee). Particolare rilevanza ha anche la presenza di specie animali prioritarie (lupo, Callimorpha) ai sensi dell’All. II della direttiva 92/43 CEE e di Lycopodiella inundata, pteridofita le cui popolazioni italiane sono state proposte per l’inclusione nel suddetto Allegato. Il sito comprende anche 5 specie animali che, per la loro importanza biogeografica, per la loro rarità o perchè indicatrici di qualità ambientale, sono state proposte per l’inclusione nell’allegato II della 92/43 ( Leja doris; Haptoderus apenninus; Pterostichus morio liguricus; Vulda doderoi; Nebria tibialis tibialis; Microtus nivalis; Neomys fodiens). Numerose sono anche le specie minacciate e/o protette ai sensi delle Direttive/convenzioni internazionali. |
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