Allegati 2 e 3  >>>

Come già ricordato per le modifiche alle banche dati geografiche del progetto di PAI “dissesti geomorfologici”, PAI Arno e PAI bacini regionali toscani si applica esclusivamente quanto previsto dall’art.15 della disciplina dle progetto di PAI.

ATTENZIONE: allo stato attuale per i bacini liguri e il bacino del Magra è necessario fare riferimento alle rispettive procedure ad oggi vigenti.

Il processo tecnico di modifica ed integrazione della banca dati PAI (“adeguamento al PAI”) è concettualmente semplice ma richiede un importante impegno di risorse umane e informatiche legato ai numerosi procedimenti in essere, è pertanto fondamentale rispettare alcune minime specifiche tecniche che sono esplicitate negli allegati 2 e 3 della Disciplina di Piano PAI “dissesti geomorfologici”. Le specifiche tecniche qui vengono esplicitate tenendo conto anche degli affinamenti che vengono applicati in corso d’opera e che verranno ereditati dagli allegati alla disciplina di PAI una volta adottato in via definitiva . Nel caso tali specifiche minime non siano sostanzialmente rispettate ne consegue la sospensione formale del procedimento di modifica ed integrazione. Si ricorda che il PAI è una banca dati geografica informatizzata e non una cartografia informatizzata, questa infatti è un derivato della banca dati geografica.

Modalità di trasmissione della richiesta di adeguamento e dei dati

Come specificato dalla normativa vigente (Dlgs 82/2005, art.47) la richiesta di adeguamento al PAI e i dati devono essere trasmessi esclusivamente per PEC all’indirizzo adbarno@postacert.toscana.it; è espressamente vietato la trasmissione di allegati tramite mezzi non telematici (cartacei, supporti informatici, etc.). Le banche dati e gli elaborati particolarmente voluminosi possono essere trasmessi tramite uso di servizi di condivisione web, curando di indicare l’indirizzo nella nota di trasmissione formale. La trasmissione degli elaborati può essere esplicitamente delegata dall’amministrazione ai professionisti delegati, questi cureranno l’invio tramite PEC.

Deve essere fatta la massima attenzione all’effettiva disponibilità del dato sui servizi web condivisi e alla sua durata. In particolare l’indirizzo web deve essere trasmesso anche in modalità tale da poter essere aperto tramite link diretto (tipicamente una mail semplice all’indirizzo segreteria@appenninosettentrionale.it o ad uno degli indirizzi indiucati nella sezione contatti ), la disponibilità del dato non può essere inferiore alla durata prevista per l’adeguamento al PAI, ovvero 90 giorni.

Requisiti tecnici minimi richiesti

  1. Banche dati. Dovranno essere prodotte 2 banche dati geografiche, una banca dati geomorfologica e una banca dati della pericolosità ad essa associata, strutturate a partire da elementi vettoriali poligonali . La banca dati geomorfologica e la banca dati della pericolosità devono avere una struttura e degli attributi coerenti con l’allegato 3 della disciplina di Piano, secondo specifiche che sono valide anche per i PAI vigenti.  Sono disponibili due modelli di partenza estratti dalle banche dati adottate: per la geomorfologia e per la pericolosità, completi di legenda per Qgis. Nel caso ci siano elementi lineari e puntuali che concorrono alla definizione del quadro conoscitivo, la componente geomorfologica può essere descritta anche da ulteriori banche dati vettoriali a corredo, per queste, non essendo ereditate nelle banche dati PAI, pur non essendo richiesta una struttura specifica è comunque opportuno che gli attributi siano in forma esplicita e “parlante”.
  2. Formato. Per i dati geografici vettoriali (geometria e attributi) il formato aperto di riferimento è lo shapefile (raccomandato) o altro formato vettoriale GIS previsto dalla direttiva INSPIRE. Non sono ammessi altri formati come il CAD (formato ottimizzato per la rappresentazione cartografica e non per l’archiviazione di dati geografici). L’allestimento a stampa della banca dati geografica non è obbligatoria, ma può essere richiesto per agevolare le verifiche di campagna. Nel caso siano trasmesse rappresentazioni cartografiche queste devono essere in PDF e la base cartografica deve essere la Carta Tecnica Regionale (CTR) regionale in formato raster TIFF distribuito dai servizi regionali, requisito a garanzia della leggibilità.
  3. Scala e base cartografica di riferimento. Le banche dati dovranno essere coerenti con la cartografia tecnica regionale ufficiale disponibile nei servizi cartografici regionali che dovrà essere opportunamente indicata. La scala minima di rappresentazione non può essere inferiore a 1:10.000, la scala di rilevamento/tracciamento deve essere tale da garantire la corretta rappresentazione alla scala 1:10.000, generalmente non inferiore alla scala 1:5000.
  4. Sistema di riferimento. Sono ammessi i sistemi di riferimento cartesiani (Projected CRS) in uso per la zona tirrenica d’Italia, ovvero Monte Mario Italy 1 (EPSG 3003) e ETRS89 / UTM zone 32N (EPSG 25832), oppure, in alternativa a quest’ultimo, WGS84 / UTM zone 32N (EPSG 32632).
  5. Regole topologiche. I poligoni dovranno rispettare regole topologiche di base, non sono ammesse sovrapposizioni per le aree a pericolosità e in generale non sono ammessi micropoligoni frutto di procedimenti di geoproccessing. La richiesta di una sola banca dati per classe di oggetto concorre ad una corretta gestione della topologia. Si ricorda che il rispetto di minime regole topologiche è paragonabile al rispetto delle regole ortografiche in un testo.
  6. Metadato. Nel caso vi siano variazioni non sostanziali rispetto alle specifiche dei punti precedenti le banche dati dovranno essere documentate esplicitando in particolare il significato degli attributi geomorfologici. 
  7. Nota Tecnica. In una apposita nota tecnica deve essere esplicitata la metodologia applicata (vedi oltre) per la redazione della banca dati geomorfologica e della banca dati della pericolosità, metadato e altre specifiche testuali possono essere riportate in relazione.

Si ricorda che il mancato rispetto di tali requisiti minimi è presupposto per la sospensione formale del procedimento.

Requisiti metodologici

I principali requisiti sono:

  1. Verifica preliminare di coerenza con la banca dati geomorfologica del PAI esistente.
  2. applicazione puntuale dei metodi operativi adottati per il Progetto di Piano PAI “dissesti geomorfologici”;
  3. particolare attenzione alla definizione dello stato di attività;
  4. coerenza con i criteri geomorfologici del progetto IFFI secondo lo sviluppo nell‘allegato 3 della disciplina del Progetto di Piano;
  5. delineazione delle forme e dei fenomeni secondo i criteri applicati per il Progetto di Piano.

La verifica della medologia applicata richiede un certo sviluppo dell’attività istruttoria e pertanto eventuali richieste di integrazioni o sospensione dei termini del procedimento possono essere indipendenti dalla verifica dei requisiti minimi sopra indicati.

Rapporti con le specifiche tecniche della Regione Toscana

I contenuti dell’allegato 3 della disciplina del Progetto di Piano, basati sui criteri del Progetto IFFI,  hanno preso a riferimento anche le specifiche tecniche regionali che sono state indicate nel regolameto 5/R/2020 (ovvero il Decreto Dirigenziale 4505/2017 relativo alla legenda geomorfologica regionale), sepcifiche che a sua volta derivano dalle “Linee guida della Carta Geomorfologica d’Italia alla scala1:50.000 e banca dati geomorfologica” di ISPRA – Servizio Geologico d’Italia.

Per facilitare il confronto tra strumente regionale e Allegato 3 sono disponibili:

schema di confronto tra codifica geomorfologica PAI allegato 3 e codifica DD 4505/2017

file zip con Allegato 3 e DD 4505/2017