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Il Piano 2015-2021

Il Piano di Gestione delle Acque è, ai sensi della Direttiva 2000/60/CE, il “piano direttore” per tutto quello che concerne la tutela qualitativa e quantitativa delle acque superficiali e sotterranee, con la finalità del raggiungimento del buono stato ambientale per tutti i corpi idrici e delle aree protette connesse.

Il Piano 2016-2021 costituisce il I aggiornamento del Piano di Gestione delle Acque dell’Appennino Settentrionale (II ciclo) ed è il Piano ad oggi vigente.

Il Piano è stato adottato nella seduta di Conferenza Istituzionale Permanente del 17 dicembre 2015 e approvato in via definitiva nel
successivo Comitato Istituzionale Integrato del 3 marzo 2016 .

Nella Gazzetta Ufficiale n. 25 del 31 gennaio 2017 e’ stato quindi pubblicato il DPCM di approvazione del I aggiornamento del Piano di Gestione delle Acque dell’Appennino Settentrionale.

Specifico spazio nella seguente pagina è dato ad alcune misure di salvaguardia di Piano (Direttiva Derivazioni, Deflusso ecologico, Osservatorio utilizzi idrici), che potranno essere oggetto di ulteriori modifiche ed integrazioni nelle fase di secondo aggiornamento, iniziata nel dicembre 2018.

Piano di Gestione Acque ex Distretto del Serchio
Pagina dedicata

Questo ciclo ricomprende anche il piano adottato dall’ex distretto del fiume Serchio, quale misura di salvaguardia immediatamente vincolante, gli Indirizzi di Piano e relativi allegati.

Piano di gestione delle acque del Distretto idrografico del fiume Serchio


Le pagine della Commissione Europea dedicate alla Direttiva

Il Piano di Gestione delle Acque, oltre che un esempio di pianificazione strategica che la Direttiva Europea 2000/60 prevede debba essere redatto e aggiornato ogni sei anni, rappresenta un’opportunità per coinvolgere i tanti portatori di interesse istituzionali, realtà associative e singoli cittadini, in un percorso di valorizzazione e tutela della risorsa idrica, dei nostri fiumi, al fine di migliorarne le condizioni di uso e la qualità, in un’ottica non di mera preservazione dell’esistente, bensì di fruizione sostenibile.
L’evoluzione del concetto di tutela della risorsa si è mossa da azioni volte alla riduzione degli inquinanti nei processi produttivi, per passare a misure che permettessero compatibilità tra le pressioni antropiche e corpi idrici, per giungere, infine, ad azioni che incidano direttamente sul modello di sviluppo, correggendolo nell’ottica della sostenibilità ambientale.
La necessità invocata dalla Direttiva di integrare maggiormente la protezione e la gestione sostenibile delle acque in altre politiche comunitarie, come la politica energetica, dei trasporti, la politica agricola, la politica della pesca, la politica regionale e in materia di turismo, rende altresì evidente che le correzioni da apportare alle politiche energetiche, agricole, industriali, ecc., coinvolgono uno spettro molto ampio di portatori di interesse, che spaziano dalle imprese, ai lavoratori occupati, ai privati cittadini ed alle associazioni che rappresentano gli interessi ambientali in senso stretto.Il Piano di gestione, così come individuato dalla Direttiva e dalla recente normativa nazionale, comprensivo sia della regolazione che della gestione, si caratterizza per l’ampiezza e per i suoi effetti non soltanto di tutela ma anche gestionali, assumendo significativi risvolti finanziari che pongono problematiche di tipo nuovo rispetto alle altre pianificazioni che insistono sul territorio in materia di programmazione e gestione della risorsa idrica.
Nel caso del nostro distretto – Appennino Settentrionale – l’Autorità di bacino dell’Arno si trova ad occuparsi di un territorio di circa 40.000 kmq, che interessa principalmente le regioni Liguria, Emilia-Romagna, Marche, ovviamente Toscana, e in misura minore Umbria e Lazio. Il Distretto confina a ovest con il Distretto Internazionale del Rodano, a nord con il Distretto internazionale del Po, a sud con il Distretto nazionale dell’Appennino Centrale.