La presente elaborazione ha lo scopo di individuare in carta le aree prossime ai corpi idrici superficiali (fiumi e torrenti) nelle quali è possibile, o anche probabile, che si abbia la presenza di falde di sub-alveo alimentanti le portate del corpo idrico superficiale, o che da esso vengono alimentate. La ricognizione che viene effettuata in questa sede, caratterizzata da un approccio pratico-gestionale, punta a evidenziare i settori di territorio nei quali tale interazione tra acque superficiali e profonde è effettivamente rilevante rispetto, appunto, alla gestione dei prelievi, o almeno come dato di base per la redazione dei bilanci di corpi idrici superficiali e sotterranei.
In altre parole le aree individuate rappresentano aree nelle quali prelievi idrici da pozzi profondi poche decine di metri possono avere l’effetto di abbassare la quota della superficie piezometrica nel sub-alveo, e così di ridurre le portate del corso d’acqua o di prolungarne i periodi di secca: in tal senso individuano ambiti nei quali i bilanci dei corpi idrici superficiali e di quelli sotterranei possono interagire significativamente, e pertanto avere dei termini in comune.
Attualmente l’elaborazione è estesa al territorio della Regione Toscana ricadente nel Distretto Appennino Settentrionale (DAS).
Il dato risultante contribuisce come base conoscitiva per la definizione di uno degli elementi necessari alla valutazione dello stato quantitativo degli acquiferi ai sensi della Direttiva Quadro Acque (WFD), secondo la quale, per il raggiungimento dello stato BUONO, è necessario che le alterazioni causate dalle pressioni antropiche non danneggino le acque superficiali e gli ecosistemi terrestri connessi. In tal senso lo studio è stato effettuato a partire dai corpi idrici superficiali fluviali (SWB) individuati nel Piano di Gestione (PdG); tuttavia le acque sotterranee potenzialmente interagenti con i SWB non sono state limitate ai corpi idrici sotterranei (GWB) di cui al PdG. Come conseguenza, le aree di possibile interferenza non si limitano agli affioramenti di GWB, ma possono estendersi anche al di fuori di essi.
Nella maggior parte dei casi, la rappresentazione planimetrica delle aree individuate prescinde, come viene descritto nel seguito, dalla conoscenza dei rapporti esistenti tra i livelli piezometrici della falda e del pelo libero nei corsi d’acqua, e da molti altri fattori che determinano la connessione idraulica fiume/falda: indica dunque aree nelle quali l’interazione è potenziale.