“La Falda di Prato” è il secondo volume di una di una collana che Publiacqua ha deciso di realizzare per informare gli Amministratori, i Consiglieri Comunali ed i principali stakeholder dei 45 comuni dove la società opera su quelle che sono le caratteristiche principali del servizio erogato. Quali sono le fonti di approvvigionamento, qual è la qualità delle acque alla loro origine, quali processi di trattamento sono necessari perché questa importante risorsa possa essere distribuita alla popolazione dal pubblico acquedotto.

A presentare il volume Matteo Biffoni, Sindaco del Comune di Prato, Claudio Lubello, Professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Firenze e coautore del volume, Lorenzo Perra, Presidente di Publiacqua, Simone Barni, Vice Presidente di Publiacqua, Alessandro Mazzei, Direttore Generale dell’Autorità idrica Toscana. Presenti anche gli altri coautori del libro, Marco Doveri e Matia Menichini (IGG-CNR), Silvia Angelini (West Systems srl), Francesco Consumi, Giovanni Montini e Isabella Bonamini (Autorità di Distretto dell’Appennino Settentrionale), Armando Miniati e Tania Macchi (Publiacqua), Barbara Ferri (Autorità Idrica Toscana).

LO STUDIO

Lo studio sulla Falda di Prato è stato realizzato per iniziativa del Comune di Prato, dell’Autorità Idrica Toscana, l’Autorità di Distretto dell’Appennino Settentrionale, il CNR, l’Università di Firenze e di Publiacqua.  Il suo scopo è quello di “fotografare” lo stato idrico ed ambientale di questa risorsa che ha avuto un ruolo primario nella nascita e nello sviluppo della città di Prato e, successivamente, della sua industria tessile. L’evoluzione della Falda è infatti fortemente connessa alla storia economica del distretto industriale pratese. Negli anni del grande sviluppo industriale della città gli attingimenti, superiori alle capacità di ricarica, determinarono un forte e, in alcuni casi, preoccupante abbassamento dei suoi livelli. Accanto al depauperamento quantitativo, però, altro fenomeno da non sottovalutare, si manifestò, negli stessi anni a un impoverimento qualitativo connesso a un forte inquinamento, evidente anche negli anni successivi quando, a causa delle crisi tessile, il livello dell’acqua presente nella Falda è risalito.

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